Dopo aver
parlato delle ostilità dei parroci viciniori (cfr. pag. 185 e 186), don Luigi
Cortesi ammette però nel suo libro che i Fatti del maggio 1944 ebbero dei buoni
effetti sulle anime.
Da "Il problema delle apparizioni di Ghiaie", Luigi Cortesi, pagg. 187 e 188
"BUONI
EFFETTI NELLE ANIME
La storia
spirituale di maggio e dei mesi seguiti registra nelle anime uno splendido
trionfo del Vangelo, una vivace e variopinta primavera di bene, sbocciata
proprio quando pareva che le forze dell’anticristo, scatenate nel supremo
furore, stessero per soverchiare i principi e la vita cristiana. Peccato che le
sue pagine più luminose e commoventi siano note soltanto all’occhio di Dio e
alla silenziosa carità del confessore. Scrive D. Felice Murachelli, parroco di
Cevo (Brescia), che per più di un mese si prodigò alle Ghiaie nel ministero
sacerdotale: — Ho notato nelle anime buone un bisogno di maggior purificazione
e, perciò, l’accurata ricerca anche delle più piccole colpe, il bisogno di
confessioni che fossero davvero straordinarie nell’accusa e nel dolore; nelle
anime traviate, ho notato una speciale contrizione fino al pianto, colla
volontà decisa di mutare vita a ogni costo. Nella maggioranza, non ho durato
fatica a disporre anche abitudinari e occasionari alla contrizione, poiché
venivano ai miei piedi già risoluti di emendar la loro vita e di far penitenza
dei loro peccati. Quante volte mi son sentito dire: «Vengo da lontano
unicamente per chiedere alla Madonna la salvezza dell’anima mia»!... La
detestazione di questi peccati fu più sentita dalle colpevoli, in queste
circostanze, che neppure durante i corsi di S. Esercizi —. La chiesa
parrocchiale, i suoi confessionali, le sue balaustre, affollatissime in tutte
le ore del giorno e della notte, accumularono, in quei giorni, magnifici tesori
di esperienze spirituali. La chiesa, il confessionale, la mensa eucaristica
erano la prima tappa di ogni pellegrinaggio! Chi potrà narrare le conversioni
morali? Quante coscienze liberate dalla tempesta e dal morso del genio infernale!
Quanti pensieri di bene ed eccitamenti alla virtù! Quante sofferenze
eroicamente offerte in sacrificio di espiazione e di propiziazione al cielo!
Qualche raggio di questa storia silenziosa trapelava all’esterno, soggiogando
perfino il visitatore indifferente o prevenuto. Chi potrà numerare tutti i
rosari pregati e pianti in quei giorni alle Ghiaie? Le invocazioni, le litanie,
gli inni sacri che fluirono dai cuori con appassionata erompenza? Si pregò
seriamente: il paese era tutto una chiesa, ogni angolo era un altare, ogni
cuore un turibolo, ogni bocca una cetra, ogni giorno una festa.
L’eco di
Ghiaie fu una travolgente ondata di fervore, la quale, ovunque pervenne, ridonò
ai cuori provati dalla disperazione la nostalgia della virtù, la letizia del
bene, le dolci speranze del cielo, strappò le anime perdute dai camminamenti
paludosi e tenebrosi del vizio, risvegliò le energie sopite delle anime
tiepide, incendiò le anime pie e le rapì con ideali di vita eroica, in tutte le
anime fecondò e maturò una rigogliosa messe di preghiere e di penitenze. Fu una
malia irresistibile. Anche coloro che saggiamente sospendevano il giudizio
sulla realtà delle apparizioni, piamente ne trassero occasione di riformare la
vita, per meritarsi le benedizioni di Maria, che per certo è Regina del cielo,
se non pure Madonna di Ghiaie. Da varie regioni d’Italia ci furono segnalate
risurrezioni spirituali, sete di purificazione e di rinnovamento, sincera e
tenace ripresa della vita cristiana. Nel caloroso Invito alla diocesi del
6 luglio (v. L’Eco di Bergamo, 7 luglio), Mons. Bernareggi riconosceva
commosso questi «aspetti positivi spirituali» nei fatti di Ghiaie: «E’ già
stato notato come gli avvenimenti abbiano, in certo qual modo, fatto scattare
la profonda fede del nostro popolo in Dio. Sembrava quasi attutita, per la
gravità e la durata della prova. Invece non era che una fede in attesa. E con
la fede in Dio non meno viva si è rivelata la fiducia dei cristiani nel Cuore
misericordioso della Madonna. Espressione di tutto ciò è stato lo spettacolo
meraviglioso delle FOLLE immense in preghiera».
Il fascino
della Madonna di Ghiaie conquistò anche grandi peccatori. La pietà popolare,
con dilatato cuore, narra di una diecina di conversioni repentine, giudicate
straordinarie, «miracolose»; le mie esperienze personali potrebbero arricchire
la collana con tre nuove perle, e chissà quante altre potrebbero aggiungerne i
ministri del confessionale, se su questi fatti non cadesse un infrangibile
segreto…".