Autore:  Bergamo Sette Data documento:  03/05/2002
Titolo:  In memoria di Padre Candido

 IN MEMORIA DI PADRE CANDIDO MAFFEIS TESTIMONE DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA

Chiunque giunga a Ghiaie per incontrare nella preghiera la Madonna Regina della Famiglia, non torni subito indietro, nel mondo, ma continui il pellegrinaggio salendo al cimitero di questo piccolo borgo. Vi entri e percorra il vialetto centrale fino alla cappelletta ; qui, protetto dalla pace di questo luogo sacro, potrà incontrare anche padre Candido, suo figlio prediletto. Accanto a lui, il pellegrino si raccoglierà in meditazione e piano piano verrà condotto nel grande mistero d’amore delle apparizioni di Ghiaie. Padre Candido gli parlerà della missione sacerdotale ricevuta nel suo giovane cuore e confermata per bocca della piccola Adelaide. Una missione vissuta secondo il Cuore di Cristo, testimoniando nella carne e nel sangue la spiritualità d’amore famigliare sgorgata dal grande Tesoro donato da Dio a Ghiaie.
Nel Cielo di questo luogo benedetto padre Candido attende ogni persona sofferente, le famiglie, e in primo luogo i sacerdoti per affiancarli nell’eminentissimo compito di incarnare l’immagine più pura della paternità di Dio con l’immolazione per amore, come ha fatto lui.
A sette anni dalla sua scomparsa, vogliamo ricordarlo attraverso alcuni episodi che mostrano il suo profondo legame con le apparizioni di Ghiaie.

La conferma della vocazione sacerdotale

Domenica 14 maggio 1944 la notizia dell'apparizione si era diffusa oltre il Torchio e, passando di bocca in bocca, aveva raggiunto Ghiaie, entrando anche in casa Maffeis. Candido, quel pomeriggio, aveva udito la mamma parlare della Madonna apparsa ad Adelaide, e chiamato da una forza interiore irresistibile, si era precipitato in strada correndo verso il Torchio in cerca della bimba. A quella notizia il cuore gli era balzato in petto perché aveva sentito che attraverso la piccola amica avrebbe potuto avere conferma, direttamente dal Cielo, del suo ardente desiderio : farsi prete. L’aveva incontrata sul sentiero che dal Torchio conduce alla parrocchia di Ghiaie e trafelato le aveva detto : Adelaide! Ascolta ! Ho saputo che tu vedi la Madonna. Prova ad andare ancora a vedere se ti appare. Voglio sapere se io potrò essere sacerdote consacrandomi a Lei. Candido aveva solo 13 anni allora, ma confidava ciecamente nella bontà di Maria conoscendo il Suo grande amore per noi, specialmente per coloro che decidono di conformarsi al Figlio Gesù accettando di salire con Lui il Calvario.
Giunti al prato, Candido si era inginocchiato devotamente al fianco di Adelaide, aveva tolto da una tasca della giacchetta la corona del rosario condividendola con lei. E, incurante di ogni giudizio umano, fiducioso solo nella risposta del Cielo e nella verità di ciò che gli era stato insegnato, nella più totale innocenza, ha unito la sua anima a quella di Adelaide costringendo il Cielo a intenerirsi e a mantenere la Promessa della sua Presenza in mezzo ad ogni coppia unita nella preghiera.
Allora nel cielo era apparso ancora una volta il punto di luce che si era avvicinato mostrando allo sguardo di Adelaide il viso bellissimo e radioso della Madonna.
Candido se ne era accorto.
Diglielo! l’aveva sollecitata allora continuando a tirarla per il grembiule Diglielo! Diglielo! ChiediLe se io sarò sacerdote! aveva continuato ansioso pressandola con insistenza ; finché Adelaide con un cenno della testa, radiosa in volto, gli aveva comunicato : La Madonna è qui che ti sorride riempiendolo così della sua stessa immensa gioia.
E alla domanda di Candido Cosa ti ha detto ? Cos'ha risposto? .
Mi ha detto : sì, egli si farà sacerdote Missionario, secondo il mio Sacro Cuore quando la guerra sarà terminata gli risponderà la piccola Adelaide facendolo saltare dalla gioia fino al settimo cielo.
Lasciata la corona del rosario nella mano di Adelaide, Candido era tornato, correndo come un matto verso Ghiaie, a casa, per annunciare felice a sua madre quella conferma del Cielo.


L’incontro con Adelaide a Roma.

Dopo la guerra, nel 1945, secondo la prescrizione della Madonna, Candido entrò nella congregazione dei Missionari del Cuore di Maria ; nel 1951 emise i voti semplici e nel 1959 fu ordinato sacerdote. In questi anni, nel 1954, il 21 marzo, frequentando le Università Urbaniana e Gregoriana a Roma, Candido riuscì ad incontrare Adelaide che, violentemente espulsa dal convento di Lodi come suora Sacramentina, era stata portata a forza in un albergo romano tenuto dalle stesse suore Sacramentine, Palazzo Salviati, e costretta a fare la cameriera. Candido aveva saputo della negazione di Adelaide e l’aveva cercata per capire da lei le ragioni del suo diniego senza conoscere tuttavia il martirio feroce subito dall’amica.
Di primo acchito non l’ho riconosciuta. Però la fisionomia è sempre quella. Io l’ho chiamata Adelaide, ma la suora mi ha detto che si chiama Maria scrive Candido ignorando l’ennesima spoliazione ferocissima sofferta da Adelaide, oltre al nuovo sequestro di persona e all’imposizione di un nome diverso da quello ricevuto al Battesimo per non essere riconosciuta come la veggente di Ghiaie, proprio com’era accaduto sette anni prima nei conventi delle Orsoline di Bergamo dove le avevano imposto il nome di Maria Rosa.
Della conversazione tra i due, che costituisce un momento toccante della loro comune vicenda, ne riproduciamo alcuni brani come piccoli istanti di luce che aiutano a comprendere la ricchezza straordinaria di questa storia meravigliosa.
Candido non aveva voluto chiederle subito della negazione, ma ricordare, prima, quel momento che li aveva uniti per sempre in uno stesso destino
La Madonna quando ti è apparsa ove ero io presente com’era vestita ? aveva chiesto ad Adelaide sentendo da lei questa sconcertante risposta : Quella volta che eri tu presente era vestita come te ora. Con veste bianca e fascia azzurra per indicare che devi tendere alla perfezione e che la tua vita deve essere tutta celeste. Una risposta davvero incomprensibile per lui in quel momento, perché come egli stesso annotò Io ero vestito in nero con fascia nera e mantellina. Una risposta che tuttavia oggi noi possiamo capire e leggere sapendo, non solo che Candido morirà con l’abito bianco dei domenicani, ma che tutta la sua vita sarà proprio come Adelaide l’aveva vista quel giorno : una vita di perfezione celeste.
Ti ricordi quell’anno in cui girò il sole ? le aveva chiesto ancora riferendosi al fenomeno della rotazione del sole nel cielo Io stavo su una pianta ma sono sceso perché avevo paura aveva aggiunto Candido ricordando con entusiasmo e timore quell’avvenimento grandioso. Io invece non l’ho visto gli risponderà Adelaide che durante questo grande miracolo cosmico era in estasi alla presenza della Madonna e della Santa Famiglia.
Poi, ignaro delle terribili e atroci sofferenze subite dall’amica, Candido le aveva posto la domanda più dolorosa : Come mai Adelaide mentre stavi a casa e tutti ti castigavano e ti rimproveravano tu dicevi sempre di sì e mentre nessuno ti diceva nulla tu hai detto di no ?
Io ho detto di no perché don Cortesi me lo ha fatto dire gli confesserà Adelaide, don Cortesi mi ha detto che facevo peccato a dire di sì. Io ho scritto, ma ciò che scrivevo il mio cuore lo riprovava
Don Cortesi non mi diceva altro che facevo peccati su peccati. Mi diceva che ogni mia visione era peccato e non la finiva mai gli confiderà ancora fra le lacrime Don Cortesi non la finiva mai di dirmi che facevo peccato, e che dovessi smettere di ingannare la gente perché facevo fare ad essa altrettanti peccati.
Io mi fidavo di lui che era sacerdote non pensando mai che invece facesse la parte del diavolo continuerà ancora Adelaide Io non ho mai potuto comunicarmi con nessun altro sacerdote liberamente. L’unico mio confidente era lui. Io sentivo soltanto don Cortesi. Essendo piccolina e sempre in quell’ambiente così teso non sapevo che fare. So io le prove che ho dovuto sostenere.
Ma queste prove dolorosissime Adelaide non le rivelò e non le rivelerà mai a Candido. Sapeva che la vita dell’amico sarebbe trascorsa in mezzo alla sofferenza e non voleva che il proprio martirio pesasse su di lui.
La Madonna ti vuole tanto bene concluse infine Adelaide salutandolo sei il suo prediletto. Essa lo ha detto che sarai missionario, me lo ricordo ancora bene, perciò devi stare contento e felice. Vuole inoltre che tu la predichi molto e divenga il suo apostolo il suo difensore.





Nella solitudine del cuore pensando a Ghiaie.

Il ricordo della sua parrocchia e delle apparizioni non lo ha mai lasciato. Come tutti coloro che, dopo aver partecipato a quei grandi avvenimenti, sono partiti da Ghiaie per continuare il loro cammino di vita, anche padre Candido non ha mai smesso di pregare per l’approvazione delle apparizioni da parte della Chiesa, rimanendo costantemente in attesa, per poter tornare e partecipare fattivamente al trionfo della Madonna della Famiglia nel mondo intero. Per lui tuttavia, come per la stessa Adelaide, la missione ricevuta aveva acquistato un’intensità inimmaginabile : la Madonna lo aveva chiamato a testimoniare, oltre che nell’anima, nel suo stesso corpo il martirio d’amore, unito al Sacro Cuore di Gesù.
Due anni dopo aver incontrato Adelaide a Palazzo Salviati, padre Candido, fra le mura della sua stanza nel Seminario clarettiano, lasciava sulla carta questa forte e commovente testimonianza :
Cara Madonna, dolce Madonna del mio paesello, come ti sento vicino a me, con il tuo influsso, come ti sento in me e fuori di me. Vorrei testimoniare col mio sangue la tua venuta alle Ghiaie e la mia vocazione è un miracolo continuato della tua promessa. Se tu non fossi apparsa davvero io non sarei oggi quel che sono. Tu lo sai cara Madonna, che senza il tuo aiuto e il tuo intervento nei miei riguardi io avrei già da anni abbandonato la strada che tu mi hai tracciato alle Ghiaie. Ma tu mi hai sempre salvato malgrado tutti gli sforzi dell’inferno e della mia cattiveria. Maria, io credo, si lo credo fino ad effondere il mio sangue per te, per testimoniare davanti al mondo e agli increduli che tu mi hai veramente scelto per tuo ministro.

Qualche mese più tardi in preparazione della tonsura egli fisserà sulla carta i principi cardini del suo sacerdozio che lo fanno, in un momento grave come quello che stiamo vivendo, esempio purissimo e guida sicura per tutti coloro che aspirano a questa vetta così elevata :
«Ex hominibus assumptus. Tendo al sacerdozio ma rimane sempre l’uomo. Avrò sempre con me il mio corpo che mi trascina sempre verso il basso. Uno scandalo dato da un sacerdote è quasi irreparabile perché trascina nell’abisso molte anime. Hai condannato all’inferno un’anima con i tuoi scandali ? Hai similmente condannato la tua.....Purezza, Pietà, Umiltà, Sottomissione, sono virtù necessarie a colui che vuol essere un altro Cristo. Mi faccio sacerdote per salvare le anime. Siano queste poche o molte. Il fuoco dello zelo mi deve incendiare per santificarmi di più per la conversione dei poveri peccatori.»

E il giorno precedente alla tonsura rivelava

Ho preparato l’altare per la funzione di domani. L’ho adornato come meglio sapevo e con tutto l’amore. Sono stato dal padre Prefetto. Ha approvato il mio voto e ha detto che nella mia vita soffrirò molto.

Saranno queste parole una vera profezia. Condotto costantemente dall’Addolorata sulle asperità del Calvario per essere adagiato infine sulla Croce di Cristo, Candido si è lasciato formare e consumare dal fuoco dell’amore puro fino al sacrificio totale. E oggi, in Cielo, egli, fra l’esultanza degli angeli e il gaudio di Maria, sta vicino al suo Eterno Amore, al suo Sposo Divino, unico Sposo dell’anima sua. Per questo padre Candido è ancor più vicino a noi.


L’offerta della vita

Amava la famiglia e pur avendo rinunciato alla paternità umana padre Candido ha scelto di incarnare e mostrare con la sua vita lo Spirito di Dio testimoniando, come prete, l’amore di Cristo per ogni uomo, l’amore “unico” che termina sempre alla Croce, la strada impervia e martirizzante della paternità spirituale. Quale vittima dell’Amore padre Candido ha offerto la propria vita accettando di soffrire atrocemente perché una famiglia colpita da un tremendo dolore potesse tornare alla gioia. Per questo è andato incontro alla morte volontariamente. Lo ha fatto per amore del suo prossimo, per diventare in questo modo vero padre, capace di generare nuova vita, e vita immortale. Mosso dalla Carità, incontrando, davanti alla cappella delle apparizioni di Ghiaie, sul volto di una madre angosciata per la gravissima malattia del figlio, il volto stesso della Madre Addolorata, e sentendo nell’intimo tutta l’immensa angoscia della Madre del Cielo per il Figlio ormai incamminato verso la morte, toccato nel profondo dell’anima da sì grande sofferenza, padre Candido ha pregato il Padre Misericordioso perché su quel volto tornasse la gioia accettando di passare egli stesso per il necessario cammino del dolore seguito dal Figlio Suo amatissimo. La morte di padre Candido è stata, per questo, una vera salita al Calvario, alla Croce e da qui al Paradiso. Scelto sin da fanciullo per essere sacerdote, sentiva sempre la voce del suo amato Signore che gli diceva : “i ministri miei devono essere come me strenui camminatori, martiri d’amore, mai stanchi, mai fermi e offrire al sole di Dio le piaghe del dolore.” Preziosa, perciò, è la sua morte agli occhi di Dio, come quella dei santi.


Il vescovo e i sacerdoti a Ghiaie

La vita di padre Candido permette di capire l’enorme importanza delle apparizioni di Ghiaie per la Chiesa. La Madonna Regina della famiglia mostrandosi alla piccola Adelaide ha voluto che questo luogo benedetto sia destinato oltre che all’unità della famiglia anche alla vocazione religiosa e sacerdotale. L’avevano compreso le migliaia di preti che si sono recati al luogo delle apparizioni proprio in quei giorni. Il curato di allora, don Italo Duci, nel suo diario, così ricorda questo grande consenso del clero :


“Il numero di sacerdoti li calcolo a un migliaio. La giornata di oggi la si può chiamare la giornata dei sacerdoti. Là sul luogo delle apparizioni, formano attorno al recinto un cerchio d’onore alla Madonna che certamente sarà stata contenta. Loro pregano e fanno pregare, loro intonano canti”.
Era il 12 luglio. Ma non sarà questo l’episodio più importante registrato da don Italo in quello stesso mese, perché qualche giorno dopo, pieno di giubilo, descriverà un altro fatto davvero straordinario e decisivo : la visita dello stesso Vescovo, che, nello stupore generale, insieme al fratello Domenico, improvvisamente era sceso a Ghiaie ed era comparso sulla soglia della canonica proprio davanti agli occhi del curato e dei volontari impegnati nell’assistenza ai pellegrini e ai malati.
“Monsignor Vescovo giunge verso le ore 19, improvvisamente”, scrive don Italo Duci, “Sosta qualche minuto dal parroco e a piedi si porta sul luogo delle apparizioni circondato da folla a cui porge l’anello da baciare. Giunto sul posto delle apparizioni entra nel recinto ed intona ad alta voce il Rosario. Di fronte a questo atto del Vescovo un senso di commozione passò in mezzo a tutta quella folla. Il Rosario del capo della Diocesi sembrava avesse loro detto: consolatevi levate pure le vostre preghiere alla Madonna. E la Madonna avrà di certo gradito questo atto di omaggio... Nel ritorno, la folla aumentata mostrava la sua soddisfazione e pareva dicesse : ora possiamo essere sicuri e abbiamo un argomento di più per far tacere gli increduli”.
Da quel giorno, con la sua presenza, la Chiesa si è fermata sulla selvaggia terra del Torchio che è diventata terra sacerdotale e centro di una grande missione universale di unità e pace.


(Giuseppe Arnaboldi Riva - Lecco, 20 aprile 2002)
Articolo pubblicato su BergamoSette, 3 maggio 2002)

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Allegato   Data inserimento:  03/05/2002