Un bell'articolo su Ghiaie dalla rivista Maria Ausiliatrice
Segnaliamo un articolo interessante scritto da Don Mario Morra sulla Rivista MARIA AUSILIATRICE, rivista del Santuario Basilica di Maria Ausiliatrice - Torino Mensile n. 5 - Maggio 2003 (pagine 38, 39 e 40)
(Vedi l'articolo originale cliccando l'allegato nella griglia in basso) ==========================================
13 MAGGIO 1944 - LA MADONNA A GHIAIE Di BONATE (BG)
IN QUESTA VALLE DI VERI DOLORI SARAI UNA PICCOLA MARTIRE
Giaie è un piccolo paese a circa 10 chilometri da Bergamo, frazione di Bonate Sopra. La chiesa parrocchiale, particolare interessante, è stata inaugurata il 16 settembre 1899 dall'allora vescovo di Bergamo mons. Guindani, presenti mons. Radini Tedeschi ed il chierico Angelo Giuseppe Roncalli futuro papa Giovanni XXIII.
Il 13 maggio 1944, anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima, Adelaide Roncalli, di sette anni (ora vive a Milano con il marito), con la sorella Palmina e alcune amiche, si reca a raccogliere fiori da portare ad un'immagine della Madonna.
Ecco il racconto della prima Apparizione, narrata dalla stessa Adelaide: "13 maggio, io andavo a cogliere i fiori per la Madonna che c'è a metà scala, per salire in camera in casa mia. Avevo colto margherite e le avevo messe in una carriola che aveva fatto mio papà. Vidi un bel fiore di sambuco, ma era troppo alto perché lo potessi cogliere. Stetti ad ammirarlo, quando vidi un puntino d'oro, che scendeva dall'alto e si avvicinava a poco a poco alla terra e man mano che si ingrandiva in esso si delineò la presenza di una bella Signora con Gesù Bambino in braccio e alla sua sinistra San Giuseppe. Le tre persone erano avvolte in tre cerchi ovali di luce e rimasero sospese nello spazio poco distante dai fili della luce. La Signora, bella e maestosa, indossava un vestito bianco e un mantello azzurro: sul braccio destro aveva la corona del rosario composta da grani bianchi: sui piedi nudi aveva due rose bianche. Il vestito al collo aveva una finizione di perle tutte uguali legate in oro a forma di collana. I cerchi che avvolgevano le tre persone erano luminosi con sfumature di luce dorata. Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi "Non scappare che sono la Madonna". Allora mi fermai fissa a guardarla, ma con senso di paura. La Madonna mi guardò, poi aggiunse: "Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest'ora". La Madonna mi guardò per qualche istante poi lentamente si allontanò senza voltarmi le spalle. Io guardai finché una bianca nuvola li tolse al mio sguardo. Gesù Bambino e San Giuseppe non parlarono, mi guardarono solo con espressione amabile".
Dopo la prima Apparizione ve ne furono altre 12, accompagnate da strane mutazioni nel cielo e da fenomeni straordinari del sole. Adelaide così descrive l'ultima Apparizione: "La Madonna in questo giorno apparve alle ore otto. Vestiva come nella prima apparizione. Sorrideva, ma non era il suo sorriso bello come nelle altre sere, però la sua voce era soave. Mi disse: "Cara figliola, mi spiace doverti lasciare ma la mia ora è passata, non sgomentarti se per un po' non mi vedrai. Pensa a quello che ti ho detto, nell'ora della tua morte verrò ancora. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire. Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà la intercederò presso mio Figlio. Sarò la tua ricompensa se il tuo martirio sarà allegro. Queste mie parole ti saranno di conforto nella prova. Sopporta tutto con pazienza. Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in Paradiso se prima non avranno riparato e si saranno pentiti profondamente. Sta allegra che ci rivedremo ancora, piccola martire". Sentii un dolce e soave bacio posarsi sulla mia fronte, poi come le altre sere scomparve".
Molte circostanze portarono (e portano) i più a credere alla piccola Adelaide. L'allora vescovo di Bergamo, Adriano Bernareggi, autorizzò addirittura la costruzione di una cappella (tuttora esistente) sul luogo delle presunte apparizioni. Padre Agostino Gemelli - che in qualità di medico fu incaricato dall'arcivescovo di Milano, il Cardinal Ildefonso Schuster e dal vescovo di Bergamo di visitare la bambina ebbe a dichiarare che "quanto riferito dalla veggente è attendibile, anche perché la bambina non ritorna spontaneamente sul discorso delle visioni; interrogata, abbassa la testa, si fa seria, tace".
Che cosa vide e che cosa senti esattamente Adelaide Roncalli? Che tipo di messaggio le sarebbe stato affidato? La risposta è nel diario della bambina, raccolto dal francescano conventuale padre B. Raschi che incontrò la giovane nel 1952. La Madonna sarebbe apparsa a Ghiaie di Bonate (con due colombe in mano quale simbolo dell'unità coniugale) per riaffermare i valori del matrimonio cristiano e l'importanza della famiglia. Alla bambina, poi, la Vergine avrebbe testualmente raccomandato (e in questo c'è chi ha ravvisato straordinarie analogie con i casi di Lourdes, Fatima e La Salette): "Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa con il prossimo e sincera. Prega bene e ritorna in questo posto per nove volte sempre a quest'ora".
In un successivo messaggio ad Adelaide sono state preannunciate le difficoltà e le amarezze alle quali sarebbe andata incontro se fosse rimasta fedele alla descrizione dei fatti di cui era protagonista. Cosa che puntualmente avvenne.
Fonte di grandi sofferenze per lei fu Monsignor Luigi Cortesi, un sacerdote unanimemente riconosciuto come pio e di profonda cultura, docente di filosofia nel seminario diocesano di Bergamo. Monsignor Cortesi interrogò a lungo la bambina fino a farle ammettere che le apparizioni erano una storia da lei magistralmente inventata e raccontata. Crollavano così, in modo brutale, le speranze di alcune centinaia di migliaia di persone accorse a Bonate con tanta fiducia. Persino il Comando tedesco, e quello alleato, si occuparono della vicenda per la rilevanza che aveva assunto: il 31 maggio 1944, incuranti dei bombardamenti, si concentrarono a Bonate 350.000 persone.
Adelaide fu sottoposta a vere e proprie torture psicologiche e persino fisiche. Un fatto, questo, che trova analoghi riscontri solo negli anni lontani dell'Inquisizione.
Secondo diversi studiosi del caso, Monsignor Cortesi, in assoluta buona fede, ha estorto la ritrattazione. In pratica, la bambina è stata costretta ad ammettere la propria malafede perché minacciata "di non vedere più i genitori" (in quel periodo si trovava in osservazione in un istituto religioso) e, ancor peggio, "di andare all'inferno, se avesse sostenuto di avere visto e parlato con la Madonna".
Lo stesso Papa Giovanni ha manifestato il desiderio di una maggiore trasparenza sull'intera vicenda: non è però intervenuto per far riaprire il caso per timore di equivoci o strumentalizzazioni attorno al suo cognome, Roncalli, identico a quello di Adelaide. È comprensibile e condivisibile la prudenza della Chiesa verso tutte le manifestazioni che riguardano le cosiddette "apparizioni mariane", perché non è oggettivamente facile provarle. Nel caso di Ghiaie di Bonate però il processo di verifica dei fatti mostra una serie di oggettive incongruenze quasi si fosse voluto avallare, attraverso di esso, una tesi precostituita: la teste, cioè, la piccola Adelaide, era una bugiarda, che andava smascherata e punita.
Il risultato è che oggi - a sessant'anni dai fatti e nonostante i ripetuti inviti della Chiesa bergamasca a non frequentare il luogo delle presunte apparizioni mariane -, per imperscrutabili disegni divini, è il caso di dire, i pellegrini continuano ad andare a Ghiaie per pregare e per impetrare grazie a Maria, regina della famiglia. Il messaggio spirituale e teologico che Adelaide avrebbe ricevuto, infatti, è rivolto all'unità della famiglia. Con quello che abbiamo sotto gli occhi, se Adelaide non è stata veggente, è stata certamente preveggente. (1)
Don Mario Morra
(1) Giuseppe Arnaboldi Riva, "Adelaide, Speranza e Perdono" (Edizioni Villadiseriane, 2002).
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