UN ANGELO INCOMPRESO
(Vedi l'articolo di SENAPA N.6 2002 visualizzando l'allegato sotto in basso)
Cara Adelaide, Quanti anni sono passati da quel maggio 1944! Allora tu abitavi con i genitori a Ghiaie di Bonate. Le tue giornate erano quelle di una bimbetta della tua età e scorrevano serene, nell’attesa del Grande Incontro con la Signora Celeste. A quel tempo, il podere dove abitavi era di proprietà di Anita Masazza, sposata ad Arturo Ferri. La coppia aveva tre figli e tra questi, Lino, che sposò una genovese, Lilia Rosso. Da questa coppia nacque Anna. Quell’Anna, sono io. Da molti anni sapevo di te e della tua tormentata vicenda perché, in casa mia, se ne parlava ogni tanto, senza incredulità ma con tanto rispetto. Mia madre, ancora vivente, raccontava che nonna Anita, veniva ogni tanto a trovarvi, soprattutto dopo che tu avesti il privilegio di quelle visioni. E proprio quei primi giorni delle apparizioni, si fece accompagnare dalla mia mamma (che allora abitava a Bergamo con il mio papà e i genitori di lui) e si recarono alle Ghiaie. Mia madre ricorda che arrivarono a metà pomeriggio e trovarono la mamma di Adelaide, sull’aia. Dopo qualche parola di saluto, chiesero di Adelaide. Avevano qualche dolcetto da darle e volevano salutarla. Ma pareva che Adelaide preferisse restare in casa… La madre, quasi scusandosi disse che la «scettina» era un po’ stanca. Dopo, però, Adelaide fece capolino e lentamente venne verso le tre donne che l’aspettavano sull’aia. Mia madre ricorda ancora, quasi con tristezza, come la bimbetta veniva avanti, piano, quasi esitante e timorosa. E quando finalmente fu vicino, mia nonna le prese una manina, le fece due coccole e le diede i dolcetti. Lei accennò un piccolo sorriso. La mamma ricorda ancora gli occhi grandi e buoni di quella bambina, e soprattutto ricorda quanto fossero tristi e pensierosi per una bimba di quell’età. Come quelli di un piccolo angelo incompreso…
Testimonianza della Signora Anna Ferri di Genova (Pubblicata da BergamoSette il 26 maggio 2002)
---------------------------------------------------------------------------
Commento di Alberto
Che bella la sua ultima affermazione, signora Anna! Sì, Adelaide fu un «angelo incompreso» perché proprio Don Cortesi vide in quel volto innocente «un nodo di vipere, uno scrigno di draghi», un pericolo per la Chiesa. Purtroppo, quel prete, non sapeva leggere nei cuori dei bambini, perché quegli occhi, «tristi e pensierosi», non erano che lo specchio delle sofferenze del Torchio, del dolore della gente, lo specchio del grande messaggio della «Signora bella e maestosa».
06 giugno 2002
Archivio Lombardoni Alberto
|