Autore:  Padre G. Brioschi Data documento:  23/02/2003
Titolo:  Desidero unire la mia voce

 DESIDERO UNIRE LA MIA UMILE VOCE

Al movimento che un gruppo di devoti e sostenitori delle cosidette “apparizioni della Madonna di Ghiaie di Bonate”, in provincia di Bergamo, avvenute nel lontano maggio 1944, ha intrapreso, affinché l’Autorità Ecclesiastica del luogo si decida ad iniziare un regolare processo per una definitiva sentenza, desidero anch’io unire la mia umile voce, in quanto fui presente a due di quelle presunte apparizioni.

Sono un sacerdote salesiano, e all’epoca di quegli avvenimenti avevo poco meno di un anni di Ordinazione sacerdotale.
La prima volta restai talmente bloccato nella ressa della folla, che non riuscii a fare un passo avanti per avvicinarmi il più possibile alla veggente. Perciò non potei vedere nulla di speciale.
La seconda volta, siccome si trattava dell’ultima apparizione, usando un po’ di dolce violenza tra la folla fittissima, giunsi presso lo steccato, che come un fortilizio proteggeva la piccola veggente. Ma anche lì sentendomi pressato contro di esso, lo scavalcai, e siccome nessuno mi fece osservazioni, mi sistemai alla spalle della fanciulla. E lì attendemmo il momento dell’apparizione. Essa doveva avvenire alle ore 18.00, ma non si sa per quale motivo essa avvenne due ore dopo. Fu un’estenuante attesa fino al punto che si temette che l’apparizione andasse a vuoto. Ma improvvisamente la fanciulla si irrigidì in piedi sul sasso. Naturalmente io mi piegai in ginocchio dietro le sue spalle, rimanendo lì per tutto il tempo dell’apparizione. Nella ripresa fotografica che fu fatta, ad un certo punto si vede apparire dietro le spalle della veggente un volto. È certamente il volto del sottoscritto in ginocchio, perché le altre persone che erano attorno alla fanciulla erano in piedi per le debite osservazioni del fenomeno. Più che la fanciulla irrigidita in estasi non vidi, poiché non era possibile muoversi attorno ad essa.

Alla oggettività di quelle apparizioni ho sempre dato il mio pieno assenso, e ancora oggi, più che ottantenne, dalla mia Casa Salesiana di Treviglio, a pochi chilometri da Ghiaie di Bonate, mi reco a pregare presso la piccola Cappella, che fu costruita sul posto in memoria di quegli avvenimenti. Soprattutto mi reco colà a pregare il giorno tredici del mese, se non sono impedito da qualche motivo. E ogni volta vi trovo sempre un discreto numero di devoti di quelle apparizioni: un piccolo gruppo destinato a diventare fiumane di gente appena, a Dio piacendo, quelle apparizioni avranno avuto il positivo verdetto dell’Autorità ecclesiastica, come spinge il gruppo di devoti che si stanno impegnando per questa nobilissima causa, che certamente porterà grandi frutti spirituali al popolo Cristiano.

Il messaggio di quelle apparizioni, come è noto, riguarda la FAMIGLIA, raffigurata nei due colombi che la Madonna stringeva tra le sue mani: un messaggio, come è noto, della massima e urgente attualità. Per non spendere molte parole per sottolineare questa urgenza, vorrei ricorrere ad un confronto.

Se si volesse riassumere il cammino della Chiesa dal momento delle sue origini ad oggi, procedendo a passi di gigante (ut gigas ad currendam viam, Salmo 18,6) ossia non a base di secoli ma di millenni, potremmo stabilire questa sequenza. Mi fermo alla semplice enunciazione delle tesi, lasciando agli esperti più del sottoscritto, il compito della verifica. Il primo millennio sarebbe stato il millennio della soluzione del Caso-Cristo; il secondo il millennio della soluzione del Caso-Chiesa; il terzo si presenta chiaramente come il millennio del Caso-Famiglia!

Stimatissimo Professore Alberto, auguro che la sua appassionata opera di sensibilizzazione alla causa di Ghiaie di Bonate, possa avere presto quei buoni risultati, necessari per il rilancio di questo problema cruciale, che è sotto gli occhi di tutti, ossia la salvezza della Famiglia.
Con particolare stima e amicizia.
Don Giuseppe Brioschi
Salesiano
06 febbraio 2003

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Fonte: Archivio privato.


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Allegato   Data inserimento:  23/02/2003