Autore:  Padre Candido Maffeis Data documento:  11/07/1976
Titolo:  Questo che dico si riferisce a don Cortesi

 Questo che dico si riferisce a don Cortesi

Ari (Chieti) li, 11 - 7 - 1976

Gent.ma Signora Poli,
aspettavo con desiderio il libro che per telefono mi aveva promesso, ma ho aspettato invano, ecco il perché del mio ritardo nello spedire la lettera. La Madre di Dio è molto contenta che sia fatto quel poco, ma con fede e senza rispetto umano. È stata proprio la mancanza di fede nella Sua venuta e della Sua presenza alle Ghiaie che ha fermato il torrente di grazie e di misericordia che Ella aveva aperto come segno della bontà del Padre Celeste.
Si è lavorato troppo, anzi con diabolica arte, intorno allo strumento di dette apparizioni e non si è andati al messaggio portatoci da Maria. Quella frenesia e idea fissa di far dire ad una povera figlia ciò che nel dramma della propria coscienza si viveva e si prevedeva con mente razionalistica e forse con mentalità moderna, materialistica è avvenuto circa 30 anni fa da parte di chi doveva nella semplicità dello spirito, con coscienza sicura e con fede teologica, affidandosi all’Autorità di allora, aspettando nell’umiltà il verdetto della Chiesa e non pronunciandone uno personale fatto scrivere con diabolica arte ad una povera creatura indifesa e forte solo della gioia di aver incontrato la Vergine Madre di Dio. Il razionalismo etichettato da arte psicanalitica ha rovinato tutto.
Ma Dio non è tanto insipiente da sottostare a certi verdetti e sono certo che presto con una nuova ventata di fede pura scoprirà il vero e il soprannaturale là dove Sua Madre aveva parlato.
Con ciò non voglio minimamente intaccare il verdetto della Curia di Bergamo, perché se lo si legge bene, non è contrario, solo aspetta fatti e prove nuove. Prima di tutto dobbiamo ubbidire alla Chiesa Madre e Maestra in queste cose fondamentali anche se ci lascia la libertà di aderire o meno a queste apparizioni. La nostra fede sarà premiata se sarà profonda, umile e ubbidiente. Non fate mai nulla senza il consenso della Chiesa, è il sigillo della verità, perciò condanno tutti quelli che l’hanno toccata o bistrattata credendosi cervelli superiori, questo è un errore e Dio non c’è dove regna la superbia, il disordine e l’orgoglio. A Dio non costa nulla aprire questa fonte sigillata, far brillare in un istante la Sua presenza. La causa è assai a monte: non si è creduto dal principio, si è voluto con mezzi umani, scostando quelli divini e spirituali, giudicare la venuta tra noi di Maria S.S. con tutto quell’ingarbuglio di sì e di no, di ripensamenti e di attese affidandosi più al discernimento umano che seguire il lume divino.

Questo che dico si riferisce a Don Cortesi, il protagonista negativo delle apparizioni delle Ghiaie.

Come figli ubbidienti affidatevi ai decreti della S. Chiesa, non disubbidite mai, fate tutto con la benedizione e l’approvazione, anche se tacita, dell’Autorità della Chiesa. È’ l’unico punto fermo per sapersi nel vero e agire da buoni cristiani. Mi parlava anche di quell’articolo pubblicato su una rivista mariana in cui il Card. Pellegrino attaccava le apparizioni di Ghiaie di Bonate: quello che Le devo dire è che sono pienamente d’accordo col Cardinale in quanto quella frase che avrebbe detto Pio XII ai coscritti delle Ghiaie (pregate per quella Madonna) non ha nulla di teologico. Pio XII era un formidabile enciclopedico e di teologia ne era maestro perciò quella frase è impossibile che l’abbia detta così come suona. Che i nostri giovani un po’ digiuni di lessico italiano abbiano tradotto l’italiano in forma dialettale è facile e ha cambiato la sostanza dell’espressione papale. Io che sono nato nello stesso paese e parlo lo stesso dialetto presumo di dare due interpretazioni logiche a quanto il Santo Padre aveva detto:
I° “Pregate, perché quella Madonna ivi apparsa venga riconosciuta presto”
II° “Pregate per quelle apparizioni perché la Madonna trionfi presto”
Che la Madonna abbia bisogno di preghiere non è teologicamente vero ne esatto in quanto siamo noi ad aver bisogno della preghiera di Maria e non viceversa. Tutta la sostanza della critica del Cardinal Pellegrino sta qui.
Mi permetto di inviarle Gent.ma Signora Poli quanto ho ricevuto e trasmesso tramite questi stampati, li legga, li faccia leggere sono parole recenti di Maria.
Benedico tutti i devoti di Maria e Lei in modo particolare.

Dev.mo in Maria
Don Candido Maffeis

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Allegato   Data inserimento:  11/07/1976