Autore:  Mons. A. Bernareggi Data documento:  06/07/1944
Titolo:  Invito alla diocesi

 INVITO ALLA DIOCESI
S. Ecc. Mons. Vescovo, in data 6 luglio 1944, rivolgeva alla Diocesi il seguente invito, ordinando che fosse letto in tutte le Chiesa pubbliche nella seguente domenica, 9 luglio:

Recenti avvenimenti hanno richiamato su di sé l'attenzione devota dei credenti, non solo della Diocesi nostra, ma di moltissime altre diocesi, vicine e lontane. L'autorità ecclesiastica, unica competente in materia, come ebbi già a comunicare pochi giorni fa, non si trova ancora in grado di pronunciarsi sulla autenticità di quanto è stato asserito; perciò vi invitavo a mantenere il massimo riserbo. Ciò non impedisce tuttavia che si possano, e si debbano anzi, già fin d'ora, rilevare alcuni aspetti positivi spirituali di non piccola importanza risultanti dagli avvenimenti stessi; e che si possano, e si debbano anzi, da essi dedurre dei moniti gravi e solenni. Ed è chiaro che è alla nostra Diocesi, prima che a qualunque altra, che a tali moniti spetta di ottemperare.
E dapprima, quanto agli aspetti positivi spirituali, è già stato notato come gli avvenimenti abbiano, in certo qual modo, fatto scattare la profonda fede del nostro popolo in Dio. Sembrava quasi attutita, per la gravità e la durata della prova. Invece non era che una fede in attesa. E con la fede in Dio non meno viva si è rivelata la fiducia dei cristiani nel cuore misericordioso della Madonna. Espressione di tutto ciò è stato lo spettacolo meraviglioso delle folle immense in preghiera.
Bisogna che questi sentimenti di fede e di fiducia si conservino, né si spengano come fuochi di paglia. Come pure è necessario perseverare nella preghiera. Sarebbe anzi necessario pregare ancora di più, con una intensità maggiore, e da parte di tutti, per realizzare quella crociata di preghiera a Maria, alla quale il S. Padre ci ha spesso sollecitato in questi anni.
Ma se lo spettacolo delle folle oranti è bello e confortante, bisogna anche aggiungere che non è bastante, che non è ancora tutto. Vi è dell'altro ancora che si richiede per essere ascoltati da Dio e per ottenere la intercessione di Maria; e ciò prescindendo dal problema dell'autenticità degli avvenimenti ricordati, semplicemente a motivo delle qualità, che sono da ritenere indispensabili per avere una vera fede ed una buona preghiera. È evidente infatti che l'esercizio della misericordia da parte di Dio non può andare scompagnato da un volere di santità da parte nostra. O presupposto come condizione, o inteso come frutto, il volere di santità dell'uomo è inseparabile dalla misericordia di Dio. Pretendere infatti che Dio ci elargisca la sua misericordia senza che noi ci vogliamo emendare dal male e senza propositi di bene, è un assurdo teologico, perché sarebbe come chiedere a Dio che approvi, se non addirittura premi, il male.
Ora, si direbbe che abbiano dimenticato questa verità lampante i molti che, fors'anche per i recenti avvenimenti, tutto attendono dalla bontà di Dio, senza nulla essere disposti a prestare da parte loro, se non forse, ed anche questa magari superficialmente, la nuda preghiera. Grande è l'inganno nel quale cadono costoro, e un tale inganno potrebbe riservare loro anche questa amara delusione: perché bisogna convincerci che Dio esige una controprestazione nostra perché Egli ci usi misericordia.
Che cosa poi in particolare Dio esiga da noi in queste ore tragiche è facile ad ognuno supporlo. Voglio tuttavia accennare ad alcuni punti che mi sembrano di essenziale importanza.
1. - Ho già detto della necessità di perseverare nella preghiera: solo aggiungerò come debba ora la nostra preghiera avere specialmente carattere di riparazione. Rivolgiamoci quindi a Gesù Crocefisso. Invochiamo inoltre la Vergine Santa, in modo particolare con la recita del S. Rosario.
2. - Occorre inoltre fare penitenza: penitenza per tutte le sorta di peccati, ma in modo particolare per quelle colpe che più disonorano oggi il nome cristiano: la bestemmia, l'immoralità degli spettacoli e di certe letture, la profanazione del matrimonio, la moda invereconda. Io vorrei che il popolo bergamasco desse prova del suo verace proposito di penitenza con l'ingaggiare una campagna risoluta contro la bestemmia, con l'emettere la promessa già nota di disertare gli spettacoli immorali, con il ripulire le case dai libri disonesti, con l'impegnarsi a santificare il matrimonio, con una maggiore severità per il vestire femminile.
3. - Ma è necessario pure, e vorrei dire sopratutto, vivere secondo il precetto cristiano per eccellenza della carità. Finché odii, risentimenti, propositi di vendetta saranno nel cuore degli uomini, Dio non ascolterà le nostre preghiere, e Maria non potrà farsi nostra mediatrice; mentre nulla sarebbe più atto a dischiudere il Cuore di Dio ed a renderci benigna la Vergine quanto un proposito di amore e di concordia fra tutti i fratelli, specialmente italiani, ed al di sopra di ogni diversità di opinioni, oltre tutti i rancori, per non rinfocolare l'odio, e deposta ogni volontà di vendetta. Se un voto di popolo consacrasse una simile volontà di cuori, è indubitato che ciò costituirebbe la più bella premessa perché, sotto In protezione di Maria, l'Italia nostra diletta abbia a riprendere il suo glorioso cammino.
Accogliete, diletti figli, l'invito che in nome di Dio vi rivolgo con questa lettera. Mi è stato suggerito dall'amore, che è in tutti noi comune, per la Madonna, e per la carità che vi porto.
La grazia di Dio avvalori le mie povere parole e le fecondi.

Vi benedico di cuore,
Bergamo, 6 luglio 1944
+ ADRIANO BERNAREGGI
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Fonte: La vita diocesana, luglio 1944



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Allegato   Data inserimento:  06/07/1944