Autore:  Mario Carobbio Data documento:  20/01/1989
Titolo:  Mi sembra di rivivere quei giorni

 MI SEMBRA DI RIVIVERE QUEI GIORNI

Testimonianza di Mario Carobbio di Gazzaniga su Bonate. 20/1/89.



Sto continuando a leggere il libro scritto da Ermenegilda Poli "La fede della gente a Bonate". É molto chiaro, e preciso nelle circostanze e nei fatti. Ottimo nella sua narrazione. Non stanca a leggerlo. Man mano che si procede, stimola sempre più la curiosità di sapere la verità di tutti questi fatti.

É un libro storico perché parla anche della seconda Guerra Mondiale, cioè della situazione che noi Bergamaschi abbiamo vissuto in quel periodo del 1944. Ora che è tutto passato, possiamo dire di essere stati dei privilegiati noi Bergamaschi, in confronto a tante altre popolazioni d'Italia. Leggendo mi sembra di rivivere quei giorni delle apparizioni di Bonate come se fossero successe quindici giorni fa.

Nel maggio 1944, avevo 14 anni; abitavo a Nembro in Via Talpino, e facevo il garzone porta-pane. In quei giorni in paese non si parlava d'altro che delle apparizioni di Bonate. Mia mamma allora aveva 45 anni e continuamente si teneva informata dei fatti che succedevano a Bonate, parlando con la gente che correva sul posto delle apparizioni, e non erano pochi.

Ricordo benissimo che a una di queste apparizioni è andata pure lei, in comitiva con altre vicine di casa. Erano partite subito dopo il mezzogiorno e tornarono a casa tardi di sera. Mia madre era molto stanca perché aveva dovuto fare parecchia strada a piedi. Il giorno dopo mi raccontò tutto quello che aveva visto. Ricordo che mi parlò del sole che girava e cambiava i colori; e che alla fine di quella apparizione sentì che tutti gridavano: "Miracolo! Miracolo!". Pare che fosse guarito qualcuno ma lei non riuscì a vedere quello che era successo a causa della calca della gente che c'era. Probabilmente mia madre era una delle 300.000 persone che si calcolò presenti quel giorno.

Avevo un fratello del 1922, reduce dal fronte russo e in quel momento stava nascosto per non consegnarsi ai Repubblicani fascisti. Un altro fratello del 1923, era rimasto prigioniero degli Americani in Sicilia, del quale già da un anno non avevamo notizie. Mia mamma era andata a Bonate a pregare per questi suoi due figli così in pericolo; infatti mi disse di aver pregato ininterrottamente per tutto quel pomeriggio. Dopo la guerra ci siamo ritrovati tutti insieme sani e salvi e abbiamo fatto una bella festa in famiglia. Mio padre non c'era perché era morto nel 1936. Si è andati avanti molto tempo a parlare di Bonate in casa. Anche in paese si attendeva una conferma dalle Autorità Ecclesiastiche e nessuno si aspettava una conclusione del genere. In seguito non se n'è parlato più.

Mia mamma è morta nel 1981 a 82 anni, è stata sempre molto devota alla Madonna e insegnò anche a noi figli a pregare la Madonna. Io ho vissuto quel periodo del 1944, lavorando anche di notte per fare il pane; quando ho saputo da mia mamma che quelle apparizioni non erano state approvate, io le dissi: "L'éra u laùr tròp bel' (Era una cosa troppo bella!)

Io andai a Bonate per la prima volta il 13 maggio 1958; in seguito ogni tanto ci torno con mia moglie e con amici.
Mario Carobbio.

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Archvio Ermenegilda Poli

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Allegato   Data inserimento:  20/01/1989