Autore:  A. Lombardoni - Vari Data documento:  09/04/2003
Titolo:  I prodigi cosmici di Ghiaie di Bonate

 I PRODIGI COSMICI DI GHIAIE DI BONATE

(A cura di Alberto Lombardoni)
Rivista "Senapa" n. 2 2003

Il prodigio cosmico di Ghiaie di Bonate fu più grandioso di quello di Fatima, perché si ripeté sei volte e perché fu osservato a maggiori distanze da centinaia di migliaia di persone, persino in Piemonte e Liguria. Il grande fenomeno solare si manifestò il sabato 20 maggio 1944 contemporaneamente all’apparizione; il 21 maggio precedette l’apparizione (perché Adelaide era stata tenuta in casa da un maresciallo dei carabinieri); la domenica 28 maggio avvenne durante l’apparizione mentre il mercoledì 31 maggio si avverrò alle 18 mentre l’apparizione ritardò di quasi due ore. Si ripeté di nuovo il giorno 13 dei due mesi successivi.


Tutti sapevano che la Madonna aveva predetto alla bambina Adelaide che alla fine del primo ciclo di nove apparizioni ci sarebbe stato un miracolo e tutti lo aspettavano con trepidazione. La predizione era stata minuziosamente registrata anche nel Diario del Vescovo, sotto la data del 20 maggio 1944: “La cugina è stata molto prudente. Chiede che (cosa) si debba fare, se accompagnare o no la bambina stasera. Ha detto che ci sarà un miracolo domani, e se non fosse, sarebbe un colpo per la fede di molti. Io dico di non potermi pronunciare”. E il miracolo ci fu già quella stessa sera del 20 maggio.

Nella sua deposizione giurata davanti alla Commissione Vescovile (16 gennaio 1946) la Dottoressa Maggi riferì quanto avvenne quel 20 maggio 1944: “Il sabato era giornata piovosa; e all’inizio dell’apparizione è venuto un raggio di sole sulla testa della bambina, ed io ho alzato gli occhi ed ho visto uno squarcio a forma di croce nel cielo e una specie di pioggia di puntini (stelline) d’oro e d’argento per un minuto o due. E tutti hanno gridato al miracolo... Poi la pioggia di stelline è cessata; ed io ho guardato alla bambina che si era messa con gli occhi estatici avanti... Riguardo alla luce non ho parlato con altre persone, se non con Maria, che però disse di non aver visto niente: ma essa disse che aveva sentito una musica armoniosissima, tanto che si era distratta; e la notte, pensandoci, pianse tutta la notte”.

In un interrogatorio eseguito per rogatoria dal cancelliere della Curia diocesana di Savona e Noli il 3 luglio 1946, Maria Roncalli, cugina di Adelaide fattasi suora di N. S. della Misericordia di Savona, così depose: “Durante la visione di quella sera (20 maggio) alcuni testimoni riferirono di aver visto una pioggia d’argento che scendeva sulla testa della bambina: io vidi le mani della sig.na Dottoressa Maggi presente, che si coloravano di vari colori e sentii una melodia musicale tanto bella che non ho mai sentito di eguali... Ritornando a casa dopo la visione abbiamo visto il sole che girava e cambiava colore”.

Ma fu la sera seguente, domenica 21 maggio, ultimo giorno del primo ciclo di apparizioni, che il prodigioso fenomeno si ripeté in tutta la sua fantasmagorica magnificenza.

==============================
Il racconto di Don Piccardi

“Non posso non fissare sulla carta, perché serva a testimonianza, quanto io ammirai alle Ghiaie di Bonate il giorno 21 maggio 1944. Il ricordo e l’impressione sono così vivi che mi sembra un fatto avvenuto ieri.
Alle sei della sera di quel giorno ero con una moltitudine di gente sull’alto della morena che sovrasta il luogo delle apparizioni, poiché non era possibile, data la piena di gente, andare laggiù. A un certo punto sentii la gente che diceva: “Guardate il sole, guardate il sole!”. Mi voltai anch’io tra il diffidente e il curioso e vidi il sole che uscito dalle nubi (il cielo minacciava acqua) girava su se stesso e per la velocità del movimento sembrava sbandasse. Nello stesso tempo vidi che proiettava fasci di luce, allora, per me, quasi costantemente giallo-oro. Tale colore lo contemplai anche quando il sole era velato da nubi non fitte. Anche chi mi era vicino, all’unanimità, diceva di constatare lo stesso movimento, ma in più di vedere anche altri colori; altri dicevano di aver visto nel sole i simboli dell’Ostia, altri una Croce, chi la Sacra Famiglia, chi la Madonna.

Verso le Otto, lasciata la morena, mi incamminai per il ritorno e sotto una leggera pioggia mi avviai alla casa del Parroco. Là trovai molte persone che commentavano i vari fatti di quella sera. Don Andrea Spada, direttore dell’Eco di Bergamo mi chiamò in casa del Parroco e mi domandò che cosa avessi visto io nel sole. Gli esposi quanto sopra ed egli mi prospettò la possibilità di una illusione ottica e di una suggestione collettiva. Stavamo discutendo, quando uno, non so chi, venne dentro a chiamarci dicendo: “Uscite, uscite, il sole gira ancora”. Di colpo fummo in cortile e contemplai uno spettacolo quale non avrei mai potuto immaginare. Il sole al tramonto presentava il suo disco in un placido colore argenteo e lo vedevo vertiginosamente roteare su se stesso, dando talvolta l’impressione che per la velocità dovesse sbandarsi nel cielo. L’occhio lo poté fissare subito, senza fatica, con un senso dolce di riposo. Ma il meraviglioso non fu tutto qui. Nella sua roteazione il sole, quale girandola creata dal più bravo mago di fuochi d’artificio, lanciava fasci di luce or gialla, or verde, or violetta, con una vivezza tale, che le nubi attorno al sole ne erano meravigliosamente investite e formavano attorno ad esso un’aureola fantastica.

Un tale spettacolo, che io non mi attendevo più in quella sera e che si mostrò invece così imponente, mi colpì in fondo all’anima. Esso fu per me una prova così evidente delle apparizioni della Madonna che un’altra prova non mi sarebbe sembrata più efficace. Ebbi anche l’impressione che ciò dovesse essere una prova definitiva e indiscutibile per tutti. Poiché il fenomeno continuava nella sua imponenza, non riuscii più a tacere e diedi un grido di gioia, esclamando: “Oh! come a Fatima, come a Fatima!”. Il Prevosto di Ponte San Pietro, che mi era vicino, mi scosse, richiamandomi a non so quale prudenza, e mi disse: “Non dica per ora di queste cose!”.
Constatai che nessuno dei presenti negò il fatto; e vi erano chierici, sacerdoti, professionisti, ecc. che ammiravano, ma non sapevano che dire. Tutto questo durò per un buon periodo di circa dieci minuti, finché una nube ricoprì il sole. Ognuno incominciava a fare i suoi commenti, quando circa cinque minuti dopo il sole uscì di nuovo dalle nubi, ripresentando lo stesso spettacolo, e ricordo bene come il colore che io potei riscontrare in quella seconda fase, durata alcuni minuti, fu il violetto.

Durante la strada di ritorno verso Ponte San Pietro mi trovavo accanto a parecchi giovani e ricordo bene come essi, colpiti dai fenomeni di poco prima, guardassero, ed io con loro, alle nubi che ricoprivano il sole, nella speranza di rivedere lo stesso spettacolo. Ma il sole non si fece più vedere e tramontò in silenzio. Cosa gli si poteva domandare ancora?».

==============================
Il racconto del senatore Belotti

“Domenica 21 maggio 1944, io mi trovavo nel cortile di don Bepo Vavassori in via Gavazzeni, a Bergamo, assieme a tanti altri giovani ad ascoltare il vescovo Bernareggi, in occasione di una festa dell’Azione Cattolica, dedicata a don Bosco. Erano le ore 18 e, mentre il vescovo parlava, si verificò un fenomeno solare eccezionale: il disco del sole si ingrandì enormemente davanti ai nostri occhi e cominciò a girare vorticosamente, lanciando raggi di diversi colori. Un sacerdote, vicino al vescovo gli disse: “Non sarà in relazione alle apparizioni di Ghiaie?” e il presule rispose: “Può darsi”. Poi entrò nella chiesetta dell’istituto per la benedizione eucaristica, ma tanti rimasero fuori”. Dopo la cerimonia il senatore Belotti ritornò a casa e raccontò alla moglie e ai figli quanto era successo. Si affacciarono alla finestra e il sole, che era ormai al tramonto ripeté gli stessi fenomeni di prima. Chiesero ai loro bambini di che colore era il sole. Risposero “Verde” e poi “Blu”…
Il senatore Belotti ha testimoniato pubblicamente la sua fede in queste apparizioni, dedicando loro un intero capitolo nel suo libro “I Cattolici di Bergamo nella Resistenza” edito nel 1989, volume II° recensito sull’Eco di Bergamo da mons. Roberto Amadei.

==============================
L’annotazione del vescovo mons. Bernareggi

Mons. Bernareggi annoterà poi nel suo diario sotto la data domenica 21 maggio: “Alle 18 ero al Patronato per la festa di S. G. Bosco. Proprio in quell’ora terminavo di parlare davanti alla Chiesa. Poi entravo in Chiesa per la Benedizione col SS. Sacramento. Ma la maggior parte della folla rimase fuori perché diceva di aver osservato per lo spazio di dieci minuti circa, il sole girare su se stesso, cangiando anche repentinamente di colore, giallo, rosso, bleu. Il sole poteva essere osservato senza disturbo. Il fatto fu osservato anche in altre località. Io ebbi solo a notare al termine della funzione un colore giallo delle case, come quando vi è un’eclisse parziale di sole al tramonto. Alle 19,45 dissero che il fenomeno si ripeteva. Ho guardato anch’io. Fissando il sole che abbagliava si finiva col vedere il sole staccarsi nettamente, dando poi l’impressione che girasse. Poi tutto prendeva un colore rosso. Ma allora era evidente un fenomeno ottico”.

==============================
Achille Ballini, un testimone oculare

Anche lo studioso Achille Ballini, testimone oculare, racconta nel libro “Andiamo alle Ghiaie a vedere” che il 21 maggio, “dalla folla che pregava, guardava e attendeva, ad un tratto si alzò un grido: “Miracolo! Madonna Santa ti ringraziamo! Oh, quale miracolo! Il sole, il sole, guardate il sole!”. La voce passa e si diffonde, e la gente alza la testa e fissa lo sguardo nell’astro luminoso. Chi lo vede roteare vertiginosamente e mandar riflessi vari secondo i colori dell’iride; chi dice di vedere in esso l’Ostia santa... È vero, non tutti i presenti poterono vedere in modo soddisfacente quei fenomeni solari... La folla non si decideva quella sera ad abbandonare il luogo benedetto per ritornare a casa. Aveva una grande voglia di trattenersi ad osservare, a commentare i fatti avvenuti. Molti inteneriti fino alle lacrime, ridiscendevano al luogo dell’apparizione per pregare, per aprire il loro cuore a Dio e alla Vergine. Altri però, scossi nell’intimo da voci misteriose e persistenti, salivano alla parrocchiale in cerca di un ministro di Dio; volevano parlare con lui e da soli; avevano delle partite vecchie e sempre aperte da regolare. Se i confessionali potessero dire...”

==============================
Il “sole rotante” visto da una bambina

Marcella Zonca aveva cinque anni e mezzo. Abitava a Calusco. Quel 21 maggio si recò a Ghiaie con la zia Airoldi Maria. “Essendo io molto piccola di statura, la zia mi aveva messa al riparo dalla folla sotto un gelso che si trovava poco discosto dalla cascina situata alla sinistra del recinto delle apparizioni. Piovigginava ed io vedevo solo le persone che erano vicino a me. Ad un tratto da più parti si sentì dire: “Guardate il sole”. Gli ombrelli si chiusero ed io vidi tutti i colori passare sui volti delle persone: verde, rosso, giallo, blu, ecc. in una girandola vorticosa. Alzai gli occhi per vedere da dove provenissero quei raggi colorati e vidi un disco violetto che roteava impazzito nel cielo. Era sorto alla mia destra e vorticando si spostava sulla mia sinistra, (oggi so che quel punto è ovest e l’altro est, allora non conoscevo ancora i punti cardinali). La gente si era prostrata a terra. Chi pregava, chi si confessava apertamente e chi gemeva. In questo modo mi lasciarono un’ampia visuale del cielo. Guardavo sempre in alto ed a un tratto vidi una candida croce sfavillare nel cielo proprio dove dicevano che c’era la Madonna. Era solo la croce, grande, ma senza il Cristo e dall’incrocio dei bracci partivano dei raggi più bianchi della croce stessa. Un candore che sulla terra non ho ancora visto. Mentre guardavo sorpresa quella croce, sentii un colpo sulla spalla sinistra, come se mi fosse caduto addosso un peso, ma non ci feci caso. Sul gelso c’erano delle persone ed una di esse mi era caduta addosso. Ebbi un contraccolpo su me stessa, ma non distolsi lo sguardo da quella croce che mi affascinava. L’ho impressa nella mente come se fosse successo pochi minuti fa. Poi, non so come, tutto finì. Adelaide veniva riportata a casa in braccio e la gente cominciava a disperdersi…»

==============================
Il fenomeno solare visto dall’inquisitore

Anche don Luigi Cortesi descrive nel suo libro “Storia dei fatti di Ghiaie” il fenomeno solare del 21 maggio. Scrive a pag. 94: “Intanto nel recinto, pochi minuti dopo le 18, un signore, che accompagnava un figlioletto malato, crede di vedere fenomeni straordinari nel sole, e, con voce isterica, grida: - Guardate il sole, guardate il sole! - Un fremito scuote i circostanti: pochi secondi dopo si leva d’attorno un’esplosione di entusiasmo frenetico: - Il sole, il sole... Guarda come gira... Oh! Madonna Santa!... Guarda le mie mani... Sono rosse, gialle, sono verdi, ora sono viola... Guarda la croce nel sole là, là, eccola... Ecco l’Ostia benedetta... Quella è la Madonna Immacolata... Oh! Madonna, grazia, grazia! Fammi guarire... Vedi i colori di quelle foglie... - Tutti guardano nel sole, che era appena sbucato dalle nubi, ma era ancora velato da una tenue bambagia di vapori. Tutti hanno qualche cosa da vedere nel sole e attorno a sé. Si piange, si sviene, si ride, si canta, si grida in un’estasi furiosa. Il sentore di un prodigio è un terribile catalizzatore delle reazioni della folla.
Un brivido mi scuote per un secondo. Reagisco energicamente, mi impongo di non perdere la testa, di non lasciarmi travolgere. Stringo disperatamente le pupille, e guardo il sole: vedo una gran macchia chiara senza contorni netti, poi, quando l’occhio si è adattato, vedo un disco di intensissima bianchezza che pareva liquido. Fissando i bordi del disco, rilevo una rotazione vertiginosa, come di una circolare elettrica, come di una vertiginosa girandola, salvo che il senso del moto varia rapidamente da sinistra a destra e poi da destra a sinistra. Mi rammento di Fatima. Sennonché, stavolta, il sole gira attorno a un perno fisso, senza spostarsi nel cielo. Ritorno alla terra, alla folla: noto che i volti, le mani, gli alberi trapassano attraverso tutti i colori dell’iride. È naturale, penso fra me: quando l’occhio è offeso da una luce intensa o da uno stimolo equivalente, proietta sugli oggetti una macchia, che sfuma dal rosso al violetto e tinge dei diversi colori gli oggetti che l’occhio nel frattempo incontra; la macchia scompare quando l’occhio, riposato, è ritornato alla normalità. Di fatto, pochi minuti dopo, non vedo più quei colori cangianti; ogni oggetto ha ripreso il suo colore naturale. Mi lascia dubitoso il fenomeno della rotazione. Un vicino mi offre gli occhiali affumicati, guardo: il sole continua a roteare. Mi offre un cannocchiale, lo inverto, lo schermo e guardo: il sole gira ancora. Poi non ce la faccio più: non sono; convinto neppur oggi, che vedere un prodigio cosmico valga la pena di rimetterci la vista. Allora non ero convinto neanche di vedere un prodigio, poiché mi si abbozzava rapidamente nel pensiero una plausibile spiegazione naturale del fenomeno. Comunque, invitato dai vicini a entusiasmarmi, taccio. E faccio tacere a forza di pizzicotti e di sberle sulle braccia dei circostanti tese verso il cielo”.

==============================
Un fenomeno osservato da lontano

Si potrebbero riempire centinaia e centinaia di pagina di testimonianze sui fenomeni avvenuti a Ghiaie di Bonate in quel lontano 1944. Per mancanza di spazio, mi sono soprattutto limitato ad alcune testimonianze significative riferite alle ultime apparizioni del primo ciclo. Mons. Bramini, difensore di Adelaide ne raccolse moltissime da diverse località. Il giorno 20 maggio 1944 il fenomeno fu osservato a Ghiaie, il giorno 21 maggio a Ghiaie, a Bergamo e in località circonvicine; il giorno 28, a Ghiaie, a Bergamo, a Castione della Presolana, a Tavernola Bergamasca, a Bratto, a Darfo in Val Camonica, a Pontirolo, a Caprino Bergamasco, a Gelsenherichen in Westfalia (Germania); il 31 a Ghiaie, a Bergamo, sulla strada Rovato Palazzolo, a Cevo in Val Camonica, a Piacenza e in diversi paesi del Trentino; il 13 giugno a Ghiaie, a Bergamo, a Piazzolo in Val Brembana, a Corzano; il 13 luglio in Piemonte (ne riferì il giorno 15 la Gazzetta del Popolo di Torino), a Valsaviere e altrove.

==============================
Anche mia madre osservò il fenomeno solare

Vorrei infine citare una testimonianza che mi tocca personalmente. Solo qualche mese fa, sapendo che mi stavo interessando della causa di Ghiaie, mia madre, Rondi Giuseppina, mi confidò che anche lei si era recata a Ghiaie di Bonate (presumibilmente il sabato 20 maggio 1944) con alcune sue amiche e che era rimasta sconvolta dopo aver assistito al prodigio del sole. Ricorda ancora distintamente oggi, all’età di 81 anni, che “l’astro roteava, si abbassava e si alzava ed emetteva raggi luminosi di colore diverso che colpivano la gente e il luogo cambiando i colori dei volti e degli abiti”. Ebbe molta paura quel pomeriggio perché “sembrava che il disco solare cadesse” nella sua direzione.

Malgrado l’imponenza dei fenomeni avvenuti a Ghiaie di Bonate, gli Osservatori astronomici di Brera, Merate, Venegono, Arcetri, interpellati in proposito, dichiararono che nessun fenomeno particolare nel sole fu registrato nel periodo dal 13 maggio al 13 luglio 1944.

Stando alle testimonianze, il fenomeno del “sole rotante” si ripeté più volte a Ghiaie di Bonate. Padre Raschi scrive tra l’altro che fu osservato anche il 13 maggio 1953 e il 13 maggio 1959. Il fenomeno si verificò anche nel maggio 1973 in presenza di Mamma Carmela.

==========================================================================================
IL SOLE ROTEÒ ANCHE CON MAMMA CARMELA

Uno strano fenomeno si verificò anche il 25 maggio 1973, all’inizio della recita dei tre Rosari, in presenza di numerosi pellegrini milanesi guidati da Mamma Carmela.
“Il sole, splendente senza abbaglio, velocemente roteava su se stesso con movimento eccentrico, mutando la luce nei più svariati colori: dal più intenso blu, al rosso vivo, dal giallo, al verde ecc., con variazione di toni che, riflettendosi sulle persone e le cose illuminate, suscitavano commozione. Un’enorme massa di polvere d’intenso vivo colore, distintamente e visibilmente catapultata dal centro del sole, compatta avanzava, apparentemente di pochi metri, di fronte ai fedeli che ammirati, s’inginocchiavano per l’improvviso ed inconsueto spettacolo. Come per suo naturale peso, la massa di polvere così spaziata, calava in basso a mo’ di lenta ed ampia cascata che, diradando nell’atmosfera, ne diluiva il colore sino a confondersi e a sparire nel terso azzurro del cielo. Tosto il fenomeno si ripeteva con successive vivaci tinte: blu, rosso, giallo, verde, ecc., sempre catapultate in massa dal centro del sole alla solita maniera, per scendere, diradare e spegnersi nello stesso modo. Tale fenomeno durò più di mezz’ora, e pure gli autisti che avevano accompagnato il pellegrinaggio, e che sostavano in gruppo poco discosto dalla Cappelletta, ammutoliti, erano sorpresi e meravigliati per i colori che singolarmente erano riflessi sui loro volti, come su quelli di tutti i presenti che avevano di fronte».

==========================================================================================
DUE PESI DUE MISURE

Se si esaminano le centinaia di testimonianze dirette di persone presenti a Ghiaie di Bonate, durante le Apparizioni del maggio 1944, si noteranno che i fenomeni rilevati per diversi giorni in quel luogo hanno forti somiglianze e similitudini impressionanti con quelli rilevati a Fatima e talvolta convergono perfettamente.

Furono fenomeni ottici, come sostenne lo scettico don Luigi Cortesi che pare non credesse nemmeno alle Apparizioni di Fatima? Furono tutte esaltazioni collettive? Non credo proprio! Che valore avrebbero allora quei fenomeni? Se non si crede all’autenticità di Ghiaie, con 6 fenomeni solari distinti osservati da centinaia e centinaia di migliaia di persone sparse in una vasta area e in località diverse distanti fra di loro, come si può ritenere autentico l’unico fenomeno solare riscontrato a Fatima visto da 70.000 persone soltanto stipate in una piccola fascia di terreno. Fatima dovrebbe allora essere rimessa in discussione! O forse che, in materia di apparizioni, vi siano due pesi e due misure, come vi sono stati due pesi e due misure nell’applicazione, a Bergamo, del codice di diritto canonico durante il processo alla piccola Adelaide!

Sito web:  - E-mail:  -
Allegato   Data inserimento:  09/04/2003