Autore:  Padre Sonaglio Data documento:  03/12/1977
Titolo:  Una persecuzione che ha del diabolico

 inviata al Presidente dell'Associazione di Ricerche Storiche di Bonate '44, il 3-12-1977 e pubblicata su "Il pungolo su Bonate", Anno 1, n. 2, Aprile 1978, pagine 9, 10


Sono un piemontese, ma mi trovavo alla Basella (Bergamo) nel maggio 1944, quando cominciarono a circolare voci di apparizioni della Madonna ad una bambina alle Ghiaie di Bonate. Secondo norme elementari di prudenza non mi pronunziai. Sapevo che le apparizioni sono possibili, ma erano vere quelle? Bisognava attendere a pronunziarsi. Al 20 di maggio mi recai a Trezzo d'Adda per un ministero festivo, nel pomeriggio del 21 mi portai a Bonate in bicicletta con un giovinotto. Incontrammo una folla, che è impossibile descrivere ed anche inutile, perché descrizioni e persino fotografie ce ne sono molte in merito. Non volendo mescolarci con quella folla, per paura di essere travolti, ci fermammo in alto ad osservare. Ma il tempo passava e sapevamo nulla, allora abbiamo vinto ogni timore e siamo discesi ed arrivai proprio davanti alla casa di Adelaide. Ed eccola giungere dal luogo della apparizione in braccio di un cugino. La visione di quella bimbetta non la dimenticherò più. Indossava un vestito chiaro, mi sembrava che guardasse la folla con occhioni smarriti e lacrimosi. Fu portata in casa; dal poggiolo della medesima fu annunziato: "La bambina non fa dichiarazioni, sarà interrogata dalle autorità e si faranno conoscere le sue dichiarazioni". Gente entrava in quella casa, vi entrai anch'io. La bambina era seduta sul letto e la gente passava. Non era il momento di fare domande, mi ripromettevo di venire un'altra volta con più comodo. Mi limitai a qualche parola ed a farle firmare alcune immaginette, ciò che fece con le iniziali: A.R. Ma non potei più avvicinarla, perché la bambina era stata segregata. La vidi a giocare con altre compagne una sola volta dalle Suore. Seguivo i giornali e mi ero fatto la convinzione che ormai era una cosa sicura. Il Cardinale Schuster di Milano che ne parla nelle visite pastorali, la Curia vescovile che compra tutti i terreni intorno, la costruzione della cappella sul luogo dell'apparizione, il Vescovo di Bergamo che va sul posto a recitare il Rosario con sacerdoti, seminaristi e folla di fedeli, le grazie e miracoli che si diceva ottenuti sul posto e soprattutto la frequenza straordinaria ai Sacramenti e si parlava anche di conversioni strepitose. Tutte prove in favore delle apparizioni, che ormai apparivano certe. Si attendeva l'inizio, dopo la guerra, di un grande santuario che sarebbe stato come una novella Lourdes o Fatima. Infatti una bambina di sette anni come avrebbe potuto inventare quelle apparizioni?... quei messaggi?... Come si potevano spiegare umanamente tutti quegli avvenimenti?

Don Luigi Cortesi, colui che diventerà l'acerrimo nemico della bambina con una persecuzione che ha del diabolico, per costringerla a negare tutto, allora era entusiasta della medesima e degli avvenimenti tanto che lo stesso Parroco delle Ghiaie, Don Cesare Vitali, lo aveva invitato alla moderazione. Ed in favore delle Apparizioni aveva divulgato un suo opuscolo. Come mai il suo voltafaccia? Mi chiedo: con quale diritto questo invadente giovincello si è fatto come padrone della bambina calpestando l'autorità dei Genitori, del Parroco e dello stesso Vescovo? Nessuna di queste autorità poteva permettere che fosse trattata una bambina di sette anni come è stata trattata Adelaide. E vorrei chiedere alle autorità di quell'Istituto, in cui la bambina fu ricoverata, come si sentono tranquille in coscienza di non averla difesa come avrebbero dovuto. Un proverbio dice: "La troppa confidenza, fa perdere la riverenza". Certe frasi che la bambina ha detto all'interessato, nella sua semplicità, non potrebbero essere all'origine di quella persecuzione? Una giovane mistica si confidò in confessionale con un giovane missionario, il quale ne rimase conquistato e credette di avere a che fare con una Santa. Le dette dei buoni suggerimenti, la difesa da certe male lingue... Ma un giorno questa Santa gli fece un dolce rimprovero in nome di Gesù. Il giovincello non ebbe l'umiltà di accettare il rimprovero. La sua ammirazione si cambiò in disprezzo, il suo amore in odio. Ed arrivò ad insultarla con titoli ignominiosi ed a trattarla da indemoniata. Dio intervenne, il missionario depose l'abito religioso e venne ridotto allo stato laicale. La Santa pregò tanto che gli ottenne la conversione, rientrò nel suo istituto religioso, però non poté mai più celebrare la santa Messa.

Sono notizie pubblicate che la bambina fu sottoposta ad esami da parte del prof. Cazzamalli, ateo. Non era sufficiente l'esame di un dottore credente? E poi che cosa hanno a che fare certi esami su una bambina di sette anni per sapere che ha visto la Madonna? Ed in questi esami perché assistervi don Cortesi? Parlando con una Signora, contessa B. di Milano, ben informata mi disse di Cortesi: "Dice di essere uno psicologo, per me sono tutti porci questi psicologi". Testuali parole alle quali risposi: "Signora, la psiche non sta in mezzo alle gambe". Passino queste frasi un po' veriste. Ma perché si vuol fare dipendere tutto dal sesso? Sono così imbecilli certi moderni che pretendono di saper tutto e dimostrano di aver perduto il buon senso? Le torture morali a cui don Cortesi ha sottoposto una bambina di sette anni per me hanno del diabolico, tanto da perseguitarla anche di sera. Lasciamo parlare don Cortesi che a pagina 220 del suo libro "Il Problema delle Apparizioni di Ghiaie" scrive:

"Ranzanico, 23 luglio 1945, ore 22,30. Siamo bucolicamente sdraiati nel praticello dell'asilo, in faccia al lago sottostante che si trastulla silenziosamente con la luna e con le stelle. Suor Rosaria e Suor Michelina sono in chiesa per l'ultima visita. La conversazione sfarfalleggia da un argomento all'altro. Ma mi è facile condurla, al momento buono, dove voglio. La fermo sulle paure del buio ... ". Il lettore noti bene: sono le dieci e mezza di sera. Perché la bambina non è a letto? Perché il Tizio se ne sta sdraiato sull'erba con lei a quell'era, è prudenza, è carità?

Ma quel che io non riesco a capire è come mai un Tribunale ecclesiastico abbia potuto dar peso alle prove di un Cortesi e non si sia sentito in dovere di dare un protettore alla bambina perché potesse parlare liberamente e non con la minaccia del peccato e dell'inferno. Per me quel processo non è soltanto fasullo, ma contro ogni giustizia. Più presto sarà rifatto, meglio sarà per tutti, e senza Cortesi per testimonio, tutt'al più tra gli imputati per falsità e peggio... Mi sembra di aver capito che la Madonna, apparendo alle Ghiaie, sia venuta ad offrire la pace al mondo, la salvezza della famiglia all'Italia, ed un centro di devozione Mariana sulla bergamasca.

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Commento alla testimonianza di Padre Sonaglio:

Nelle sua lettera, Padre Sonaglio si riferisce alla vergognosa e offensiva visita completa (compresa la visita delle "pudende") a cui è stata sottoposta la bambina Adelaide di 7 anni, all'insaputa e senza l'autorizzazione dei suoi famigliari e del Vescovo Mons. Bernareggi, effettuata dal Prof. Cazzamalli, in presenza dell'amico Don Luigi Cortesi e di altre persone, nel convento di Gandino il 5 luglio 1944.
La visita è descritta in dettaglio alle pagine 43, 44, 45, 46 del libro "La Madonna di Bonate" del Prof. Ferdinando Cazzamalli, pubblicato nel 1951 e ancora facilmente reperibile in biblioteca.

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Fonti:
- "Il pungolo su Bonate" - Anno 1, n. 2, Aprile 1978
- "La Madonna di bonate", del Prof Cazzamalli, pag. 43 ÷ 46
- Archivi privati

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Allegato   Data inserimento:  03/12/1977