Autore:  Ferruccio Rodigari Data documento:  30/03/1954
Titolo:  Bugiarda l'hanno fatta diventare

 BUGIARDA L’HANNO FATTA DIVENTARE

Una lettera da Napoli inviata al Direttore del “Giornale del Popolo”.

Solo una «bimba bugiarda» la piccola Adelaide di Bonate?
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Napoli, 30-3-1954

Signor Direttore,
non ho il piacere di conoscerla personalmente anche se la seguo attraverso il giornale da lei con tanto amore diretto. Conosco le stanze nelle quali lei svolge il suo difficile lavoro, in via T. Tasso, perché in esse ho trascorso la parte più viva della mia giovinezza, quando il giornale che lei ora dirige ospitava la mia indegna prosa.
Il mio scritto attuale è motivato dalla rievocazione dei fatti di Bonate che lei ha coraggiosamente iniziato sul Giornale del Popolo.
Per noi bergamaschi costretti a vivere lontani dalla nostra meravigliosa città, è sempre stato ed è motivo di profondo dolore il fatto che gli eccezionali avvenimenti di Ghiaie siano finiti dietro un sipario di ferro che ha lasciato sorpresi, scossi e turbati tutti i bergamaschi buoni cristiani, i quali non hanno mai saputo che cosa rispondere alle ansiose domande, agli interessati sarcasmi, ai crudeli "sfottò" che pervengono loro dai più disparati ambienti, totalmente disorientati dal silenzio sepolcrale che oramai da troppo tempo è sceso su dei fatti che a suo tempo ebbero una risonanza mondiale.
Non ho elementi per giudicare, né mi permetto di ribellarmi alle autorità religiose che hanno stabilito essere l'Adelaide una bugiarda qualsiasi che avrebbe inventato di sana pianta tutte le storie delle apparizioni.
Ragionando però seriamente mi sembra di poter affermare che se a sette anni l'Adelaide è stata in grado di turlupinare centinaia di migliaia di persone, di ingannare medici e professori, di confondere Vescovi e Sacerdoti, oggi che conterà diciassette anni avrà certo una fantasia e una faccia al confronto delle quali quelle possedute dalle cosiddette “figlie del secolo” sono delle banalissime doti di dilettantucole.
Quando una ragazzina di sette anni mette a soqquadro il mondo, scosso da un conflitto immane, e riesce a far interessare di sé perfino Hitler, in tutt'altre faccende affaccendato, mi sembra che sia un po’ troppo facile e comodo e semplice definirla solo una “bimba bugiarda”.
In quell'epoca io mi trovavo a Genova, la quale era quotidianamente martoriata dal rosario gigante dei bombardamenti a tappeto. Nei rifugi, ove fatalmente trascorrevamo tutte le notti, erano certo più ormai le bestemmie, le imprecazioni, le lamentele, le esecrazioni che le preghiere e le implorazioni. Eppure bastò l'annunzio dei fatti di Ghiaie per portare in quei rifugi in quelle gallerie, ove l'umanità sofferente era ormai certo più vicina alla disperazione che alla speranza, un'ondata di gioia, di fiducia, di ansia di salvezza, di preghiera, di bontà che sembravano ormai cancellate per sempre dalla vita quotidiana.
Noi bergamaschi eravamo circondati, interrogati, tormentati da domande di ogni genere, perché tutti volevano sapere, perché tutti speravano di poter sentire dalla voce di quelli che a Bonate erano stati, quella parola di conforto, di speranza, di fiducia nelle forze del cielo che ormai erano le sole che potessero far cessare un così immane flagello, tanto dolore, tanta sofferenza, tanto pianto, tanto lutto.
Nessun apostolato della preghiera riuscirà mai a scatenare sull’Italia e sull'Europa un'ondata di misticismo e di fervore, una crociata di preghiere come quelle che la bugiarda Adelaide riuscì a scatenare allora, e ci sarebbe pertanto da dire: “Beate le tue bugie, Adelaide, se per esse tanti peccatori hanno ritrovato le smarrite vie del cielo”.
Ha fatto bene, signor Direttore, a rimettere sul tappeto il problema delle Ghiaie, perché siamo in troppi cristiani che pensano, che si domandano se Adelaide è stata bugiarda prima o se, invece, bugiarda l'hanno fatta diventare gli interrogatori di “quarto grado”, cui è stata sottoposta una bambina che non poteva certo reggere alle prese con la dialettica di chi, dall'alto di tutta la sua sapienza, s'era proposto di distruggere il mito della Madonna delle Ghiaie.
Grazie quindi a nome di tutti i bergamaschi che così la pensano, e stia certo che se un giorno la volontà di Maria permetterà il trionfo della Madonna delle Ghiaie, questo trionfo sarà tanto più grande e bello, quanto più contrastato ed inatteso.
Gradisca i miei più cordiali saluti.
Ferruccio Rodigari

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Allegato   Data inserimento:  30/03/1954