Autore:  Alberto Lombardoni Data documento:  02/09/2002
Titolo:  Pio XII ci credeva

 PIO XII CI CREDEVA

Mons. Angelo Giuseppe Roncalli, Nunzio Apostolico a Parigi, scriveva nel marzo 1945 al Vescovo di Bergamo, Mons. Adriano Bernareggi in merito alle presunte Apparizioni di Ghiaie di Bonate: «A proposito di questi avvenimenti - circa l’apprezzamento dei quali mi rendo ben conto della delicatezza con cui Vostra Eccellenza procede - le dirò che il Santo Padre nel colloquio che ebbi il 29 dicembre mi espresse la sua incertezza per il fatto che da tempo non sapeva più nulla, e credeva diminuito il fervore perché erano passati due mesi, anzi ormai sette, senza che la guerra fosse finita. A me qui farebbe molto piacere poter disporre di dati certi, seri ed edificanti... »
Quanto scrive il Nunzio Apostolico pone molti interrogativi.
Perché Pio XII non sapeva più nulla da mesi sui Fatti di Ghiaie di Bonate? Perché non fu più informato da chi di dovere? Quali notizie «filtrate» venivano inviate al Papa da Bergamo?

Questa disinformazione durò a lungo? Sembra di sì, perché il 22 giugno 1957, il Papa chiedeva personalmente al pittore Giambattista Galizzi di Bergamo, ricevuto in udienza privata, di procurargli i libri pubblicati che riguardavano i Fatti di Ghiaie di Bonate. Tornato a Bergamo il pittore scriveva al Papa il 15 agosto 1957: «Mentre con animo sentitamente devoto e ancora profondamente commosso, ringrazio la Santità Vostra dell’indimenticabile udienza e dell’accettazione dell’omaggio, mi faccio premura di inviare quanto mi avevate richiesto sui fatti di Ghiaie di Bonate dei quali avevo osato parlare a Santità Vostra. Faccio le mie più umili scuse se alcuni libri non sono in perfetto ordine perché non ve ne sono più in commercio e non mi fu possibile trovarne altri. I libri che invio non rappresentano che un minimo di quanto fu stampato su quei fatti; tuttavia sembrano i più significativi.»

Galizzi, scriveva a Sua Santità, non solo come artista religioso e appassionato assertore della verità delle apparizioni, ma anche come autore di una stupenda pala d’altare di grandi dimensioni che raffigura l’immagine della Madonna apparsa alla piccola Adelaide, un quadro destinato ad un grande e maestoso santuario che sarebbe dovuto sorgere a Ghiaie ma che fu affidato all’Istituto Sacra Famiglia di Martinengo dove si trova ancora oggi “segregato”.
Analizzando il contenuto della lettera del pittore, ci si chiede ancora una volta perché proprio lui dovesse inviare a Pio XII tutti i libri pubblicati sui fatti di Ghiaie di Bonate. Perché il Papa non passò attraverso i canali vaticani e non chiese alla Curia di Bergamo d’inviargli tutto quanto era stato pubblicato sulle Apparizioni del 1944? La risposta è ovvia, certi libri non sarebbero mai giunti al Papa tramite quel canale.
Chissà se quei libri giunsero poi tutti a destinazione e se fra quelli c’era anche il libro di Achille Ballini «Una fosca congiura contro la storia» tanto contestato e messo all’indice?


Molte fonti oramai affermano che Pio XII interpellò, nel febbraio del 1944 a Roma, Lucia di Fatima per sapere del terzo segreto, tanto si era minacciosamente oscurato in quei giorni l'orizzonte mondiale. Lucia rispose di non poter parlare senza l’ordine della Madonna e dopo aver chiesto lumi nella preghiera, sembra abbia risposto al Papa: «Verso la fine della guerra la Madonna apparirà a una bimba di sette anni, di famiglia povera, in un piccolo paese, per proteggere il Papa e aiutare il mondo». La profezia di Lucia si avverò pochi mesi dopo, il 13 maggio del 1944.

Nella quinta apparizione, il 17 maggio, la Vergine confidò ad Adelaide il segreto da dire al Vescovo e al Papa. Nella decima apparizione la Madonna le disse: «Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano alla sua vita. Io lo proteggerò ed egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale, nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire» e nell’ultima apparizione «Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo».

Si seppe in seguito, su rivelazioni del generale delle SS in Italia Karl Wolf che il Papa corse un serio pericolo di deportazione e che Roma rischiò di diventare una seconda Stalingrado.

Pio XII credette alla piccola veggente e malgrado la Curia di Bergamo avesse decretato nel 1948 il «non constat» delle Apparizioni, ricevette Adelaide in udienza privata a Roma nel 1949.

La visita è raccontata nelle lettera del 24/06/1949 di Don Cesare Vitale (parroco di Ghiaie) a Padre Felice Murachelli: «L'Adelaide è stata ricevuta dal Santo Padre. Lui stesso la volle vedere. Un Vescovo Missionario (Mons. Obert) assai cognito delle faccende delle Ghiaie, lo informò di cose che non conosceva. Alla fine del colloquio il Santo Padre manifestò il desiderio di vederla; e siccome la bambina si trovava fuori la fece entrare ed il colloquio del Santo Padre a tu per tu è durato venti minuti. Il Papa è stato contento...».

Ecco quanto scrisse Padre Raschi su quell’incontro:
«Interrogai su questo punto I'Adelaide:
- Hai potuto confidare il segreto al Santo Padre (PIO XII)?
- Sì.
- In che ambiente ti trovavi?
- Nella sala, prima del suo studio, appartata dagli altri.
- In che posizione?
- Ero in ginocchio, ma il Papa mi disse: “Su, su, sta in piedi”,
e mi aiutava con la sua mano, poi mi ascoltò ed accolse il segreto
con tanta affabilità e mi disse: “Non l'hai più vista la Madonna?”
- No, non l'ho più vista. Quando ero in collegio avevano inventato che I’avevo rivista».
Padre Raschi continuò:
«In quel giorno benedetto mi trovavo anch'io a Roma e parlai all’Adelaide in una casa religiosa e le dissi:
- Sei contenta, Adelaide, d'essere stata dal Santo Padre?
- Sì, così mi sono levata una responsabilità.»

Se Pio XII ha accolto la piccola Adelaide portatrice di un segreto per lui, ricevuto dalla Madonna, durante le Apparizioni del 1944 a Ghiaie di Bonate, significa che egli riteneva autentiche quelle apparizioni e sincera la bambina.

Achille Ballini, autore del libro “Una Fosca congiura contro la storia” racconta in un altro suo libro che nel febbraio del 1958, i coscritti delle Ghiaie, andarono a fare omaggio al Papa, il quale quando passò davanti a loro, chiese:
«- Dì dove siete?»
«- Siamo delle Ghiaie di Bonate in provincia di Bergamo» rispondono.
Ed il Papa: «Dove è apparsa la Madonna. Pregate per quella Madonna, perché ha bisogno di preghiere». Poi rivolgendosi al Rossi aggiunge: «Vi raccomando la Madonna delle Ghiaie…».
Forse che il Papa si rivolse ai coscritti, perché capissero «gli altri»?

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Articolo del Prof Alberto Lombardoni
02/09/2002


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Allegato   Data inserimento:  02/09/2002