Autore:  Luisa Colombelli Data documento:  22/07/1944
Titolo:  Io fui graziata dalla Madonna di Bonate

 IO FUI GRAZIATA DALLA MADONNA DI BONATE

Lettera scritta dalla Sig.ra Luisa Colombelli alla figlia Pierina Colombelli

Rodero, 22 luglio 1944


Mia cara figlia,
solo oggi ho ricevuto la tua cartolina che tanto aspettavo; dunque vuoi sapere che io fui graziata dalla Madonna di Bonate. Sì è vero; senza mio merito, è proprio vero, il bastone l’ho lasciato là sul posto dell’Apparizione e non mi abbisogna più; non voglio dire che sia, il mio piede, guarito perfettamente, no, questo non lo meritavo, ma anche lavorando non si gonfia più, ed ha preso tanta elasticità, mentre prima era come mezzo morto, come mi fece la dichiarazione il medico che (lo dichiarava) era mezzo paralizzato. Si era tanto sfasciato nell’interno che non si poté più metterlo a posto come prima.

Io sono proprio andata con quest’intenzione perché, sentendo di tanti graziati, dicevo: “Perché non ci vado anch’io, poiché i professori non possono più far niente?” Ho detto tante volte a tuo padre: “Conducimi là col carro; è niente se stiamo via anche otto giorni quando si è sicuri di un gran bene”.

Cara figlia, io non farò mai a tempo a ringraziare abbastanza la Madonna e ti prego, ringraziala anche tu in mio nome mio.

Come saprai, bisogna fare circa km 5 a piedi per arrivare là sul posto; puoi immaginare con che penitenza dovessi camminare, ma finalmente eccomi alla casa della bambina. Là vi era una moltitudine di gente; li lasciammo andare e poi, a furia di insistere, questa donna mi aprì l’uscio solo per quattro dita. Le abbiamo detto: “È lei la mamma della bambina?”. Mi disse di sì e chiuse l’uscio, non si poté sentir di più. Allora andammo dietro alla fiumana di gente e dove era stretta la strada non si poteva passare. In dieci minuti siamo sul posto. Il quadretto (di terra) dove sarà apparsa la Madonna era cintato da pali e fili di ferro, ma in un cantone vi era il passaggio con un cancello, e già lavoravano i muratori a far fondamenta. Io mi inginocchiai subito vicino a questo steccato a dire il S. Rosario da sola; ma quando vidi che portavamo dentro un uomo sul letto, paralizzato nelle gambe, allora io e Laura abbiamo fatto furia, e vedendomi, che io camminavo zoppa col bastone, mi hanno lasciato passare.

Là vi erano due uomini già avanti in età, signori, un prete, anche questo passato i 50 anni, e anche chierici e tante signore: si vede che queste sono gente di alto rango. Questo prete disse tante preghiere e Rosari, poi fece cenno di continuare al chierico ed io vicino, tutti inginocchiati, rispondevo con gran cuore, e anche il malato rispondeva. Quando tutto fu finito e tutti si alzarono, mi alzai anch’io e ho capito una gran forza, nel mio piede, di camminare senza il bastone che proprio l’ho lasciato là. Tutti vedendomi che prima ci voleva il bastone, e dopo saltavo quei fossatelli delle fondamenta da me sola, tutti gridarono: “Un miracolo, un miracolo!” Non vorrei dire che sia miracolo, ma al mio piede gli manca solo un po’ di forza e poi è guarito, e questo ho fede nella Madonna che col tempo guarirà del tutto.

Cara figlia, la gente del mondo può, ma se non ci mette una mano il Signore, noi siamo un nulla. Fuori dello steccato vi era un uomo che mi mise in un’automobile e mi condusse, io non so se fu paese o città, in casa di un prete. Mi hanno domandato che male era e da quanti anni, la mia età e il mio domicilio e poi mi hanno condotto ancora al posto della Madonna a ringraziare; Laura venne con me, ma Teresa mi aspettò lì. L’uomo paralitico fu portato via ancora così, però si dice che tanti migliorano a casa.

Dopo siamo venuti a casa dalla parte di Milano; a Malnate, Teresa conosce una grossa fruttivendola che fu qui a casa sua due anni or sono, per due mesi, e conosceva anche me. Le disse che io fui graziata dalla Madonna e che ho lasciato il bastone; allora questa donna lo disse agli avventori che aveva in bottega. In un batter d’occhio ci fu lì tanta gente: tutti volevano vedermi e parlare, e io avevo una gran vergogna.
Non ti ho detto che quando pregavo ho sentito per cinque minuti un gran dolore nella spalla, dalla parte del piede, e poi se ne andò di colpo; non so cosa sia stato, penso che sia il male che è uscito dalla spalla, e se campo un po’ voglio ritornarvi.

Noi qui stiamo tutti bene e lo spero anche di te. Ringrazio a nome nostro la tua ottima superiora che mi ha usato troppo amore e gentilezza.

Sono venuta a casa e mi son messa nei campi a tagliar il frumento e con l’aiuto della buona gente, in una settimana fu fatto tutto, che fu una grande abbondante raccolta, e Dio sia ringraziato in tutto. Per intanto ti saluto. Questa grazia terrena me l’ha fatta il Signore. Ora chiedo quella di riveder presto mio figlio.
Ti bacia e ti abbraccia la tua cara mamma.
Luisa.

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Lettera diretta alla Sig.na Lina Cavagnis (Nembro, Bg)

Caprino Bergamasco, 25/01/1975

Cara Lina,
come vede dal manoscritto, le invio ciò che mi ha chiesto facendo fotocopia dell’originale di come è stata guarita mia mamma, già dal 1944 al momento della grazia ricevuta.
Aggiungo in merito che, due mesi dopo la seguente lettera, mia mamma fu perfettamente guarita. Leggendola, capirà Lei stessa come fosse veramente sofferente mia madre, e i professori avevano perso ogni speranza di poterla guarire. Recandosi alla Madonna delle Ghiaie, trovò la sua guarigione e ne fu tanto entusiasta.
Ben volentieri Le spedisco questa mia lettera sperando che torni a gloria della Madonna.
Pierina Colombelli
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Allegato   Data inserimento:  22/07/1944