Autore:  Padre G. Treccani Data documento:  12/06/1984
Titolo:  Sentivo una voce che mi chiamava

 SENTIVO UNA VOCE CHE MI CHIAMAVA
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INTERVISTA AL MISSIONARIO DON GIOVANNI TRECCANI
da 26 anni in Argentina, zona Patagonia.
(12/06/1984)

- Don Giovanni, Lei ricollega la sua vocazione alla Madonna delle Ghiaie?
- Certamente, perché nell’estate del 1944, quando mi trovavo con un gruppetto di ragazzi e ragazze della cascina dove noi vivevamo in quel tempo, in un pomeriggio verso sera abbiamo visto il fenomeno del sole, però non era il fenomeno in se stesso che mi colpì di più, ma perché sentivo che c’era qualche cosa di grande e meraviglioso. A quel tempo ancora non era definito in me quello che dovevo fare nel futuro dopo le mie scuole elementari.

- Quanti anni aveva?
- Avevo 9 anni approssimativamente. Non dico d’aver avuto una visione aperta in cui abbia visto la Madonna o il Signore, però noi abbiamo sentito che c’era qualcosa di grande e che qualcuno ci stava invitando in quello stesso momento. Gli altri compagni mi guardavano e io dicevo: «Cosa vogliono da me?». Loro credevano che io stessi scherzando o che vi fosse una forma un poco mistica nelle mie espressioni, ma neppure io sapevo che cosa stesse succedendo. Però ad un tratto ho sentito una voce che mi chiamava. Io avevo già sentito parlare sulla Madonna delle Ghiaie, perché poco tempo prima c’ero stato con mia sorella in bicicletta; in quel momento c’era qualche cosa che veramente mi chiamava, mi chiamava; e da quel momento ho sentito una voce che mi diceva: «Preparati perché sarai un missionario. Preparati». Io ho detto: «Che prova avrò io di questo: che io potrò essere missionario?». E allora la voce mi rispose: «Come testimonianza, come prova, sappi che anche una di queste ragazze, qui presente, sarà anche lei una religiosa». Io ero un poco sbalordito per questo, non ero ancora tanto abituato alle cose del cielo.

- Fu una locuzione interna o Lei sentì proprio una voce all’orecchio?
- Ho sentito propriamente la voce, ho sentito. Per questo i ragazzi dopo hanno incominciato a parlare, a dire, così che l’hanno raccontato ai loro genitori, questo fatto. Mia mamma conservava nel suo cuore queste parole, però gli altri scherzavano un poco, ridevano, anzi alcuni hanno picchiato i loro figlioli intimando loro: «Non dire sciocchezze, non immaginare delle cose». C’era un poco di paura. Però io custodivo in me stesso quel momento glorioso che avevo sentito in me e visto. Anche per questo, già nel settembre 1945 mi recai nel seminario per prepararmi e, dopo pochi anni, quando io ero già nel noviziato, anche una ragazza, che io mai avrei pensato che si facesse suora, è entrata nelle Ancelle della Carità a Brescia.

- Una di quelle del gruppo?
- Sì, del gruppo che eravamo là presenti a guardare i fenomeni del sole dell’estate 1944.

- E lei ha avuto la certezza che fosse la Madonna che parlava?
- Avevo la certezza, perché era una voce così soave, così dolce che ci invitava, e sentivo dentro di me che tutto ciò era legato; mi venne subito il pensiero che questo fatto era collegato con la Madonna di Bonate perché mi sentivo molto scosso, molto, direi, inclinato verso questo posto di Ghiaie. Quindi sapevo, ero certo che quello che succedeva lì era vero, poiché lo sentivo nell’intimo del cuore: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

- Infatti era un bambino, aveva solo 9 anni!
- Dopo un certo tempo, quando sentì la certezza che il Signore mi voleva, ho comunicato anche all’altra ragazza le parole che la riguardavano ma lei si mise a ridere: «Io suora? Mai!» Ma dopo qualche anno si fece suora.

- Nessuno degli altri ragazzi udì la voce che sentì Lei?
- Nessuno. Vedevano che io stavo un poco estasiato, vedevano una forma un poco mistica, ma i ragazzi ridevano un po’, scherzavano dicendo: «Forse questo ha visto la Madonna o il Signore». Vedevano solamente un fenomeno esterno insieme con il sole. C’era qualche cosa che mi spingeva: io guardavo lassù verso Bonate.

- Anche gli altri ragazzi hanno visto il sole?
- Hanno visto il sole; hanno visto che c’era qualche cosa di strano che non si poteva spiegare; una voce umana non poteva spiegare quello che stava succedendo.

- Le parole precise della Madonna?
- «Tu ti farai missionario». E la ragazza, futura suora, me l’ha segnalata. Io pensavo che me ne indicasse un’altra che sapevo più devota. Quando ebbi la certezza che quella era entrata in Convento, dissi tra me: «Giustamente questa Tu avevi chiamato». Veramente è stata una cosa meravigliosa! Oh, le vie del Signore nessuno le conosce. Molte volte noi vorremmo decidere, misurare le cose di Dio. Sono cose così grandi!

- Lei spera sempre nel trionfo della Madonna delle Ghiaie?
- Eh, sì! Il Signore è interessato in questo. La Madonna pure è interessata e farà strada, anche davanti a difficoltà, farà strada nel giusto momento. La stessa Madonna ha detto che Dio vergognerà i superbi, quelli che lottano contro il trionfo della gloria di Dio: ne ho la certezza! Dopo tanti anni, dal 1944 non tornavo più a Bonate, quest’anno ringrazio il Signore perché senza volerlo, dopo quattro giorni che mi trovavo in Italia, ho visitato Bonate, il 13 maggio 1984.

- Vi ha trovato dei sacerdoti?
- Parecchi ce n’erano in quel momento, uno dei quali, di Gorizia, ci tornava dopo quarant’anni, come me. Vuol dire che c’è un proposito di Dio, no? Dopo tanti anni, c’è un proposito di Dio in questa cosa, che non è volontà umana. Se fosse veramente volontà umana, si sarebbe già cancellata dalla mente e dai cuori delle persone. Però, come il Signore ha mantenuto vivo nel mio cuore dopo quarant’anni quel fatto, io penso che il Signore vuole che questo trionfi e presto!

- Ma ora vengono richiesti fatti nuovi.
- Fatti nuovi? Il solo motivo che la cosa è ancora in piedi, il solo motivo che la gente continua a venire, il sole, è un fatto nuovo, no? Persone che si sacrificano affinché venga il trionfo, non è per una causa umana, non è per la gloria di una persona, e perciò: perché impedire che la via dello spirito possa crescere, perché impedire? Quello che mi stupisce tanto qui in Italia principalmente adesso nell’epoca in cui viviamo del materialismo e del peccato, è che ci troviamo davanti a certi fenomeni veramente diabolici, in ogni città, in ogni Diocesi, e vediamo che quasi non c’è più santità anche fra il Clero, e davanti a questo fenomeno è necessario ritornare alle vie del Signore in una vera conversione. C’è la distruzione delle famiglie e la Madonna di Bonate giustamente era apparsa per l’unità delle famiglie, e aveva parlato. Io non so perché ci possano essere anche persone che dovrebbero essere guidate nello spirito, e invece prendono certe posizioni. Veramente fanno la parte del nemico che è satana che vuole la distruzione dell’opera di Dio. Per questo è molto importante e ne siamo certi, che il Signore trionferà. Lui farà trionfare la sua causa. Se due o tre persone pregano nel nome del Signore, Lui è lì, e certamente ci darà la risposta.

Sono certo che l’apparizione della Madonna di Bonate sarà, non dico Lourdes o Fatima, ma sarà un’apparizione che avrà la sua propria caratteristica. La Madonna di Bonate non è né Lourdes né Fatima, è la stessa Vergine Maria, per noi è la stessa, però c’è un significato profondo, principalmente in quest’epoca dove il nemico satana distrugge le famiglie; nuovamente la Madonna porterà l’unione, riconcilierà, sarà la via che porta alla salvezza delle nostre famiglie. Unisco la mia preghiera a quella degli altri. Non temete, dice il Signore nella sua parola, quelli che possono uccidere il corpo ma non possono far danno alla nostra anima, perciò è necessario su questa vita proporsi di servire il Signore con tutto il cuore e aiutare la gente. Dobbiamo veramente lottare contro corrente. La mente umana da sola non può capire le cose del cielo, per questo i nemici che si innalzano contro la volontà di Dio, contro queste cose che vengono dallo spirito, non capiranno mai le cose dello spirito. Poi il Signore permetterà che si possa far trionfare Bonate perché è il trionfo stesso di Gesù.

Rev. Giovanni Treccani
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Allegato   Data inserimento:  12/06/1984