Autore:  Vari Data documento:  25/02/2004
Titolo:  Ordinarono alla Madonna di non comparire mai più a Ghiaie

 ORDINARONO ALLA MADONNA DI NON COMPARIRE MAI PIU’ A GHIAIE
(Versione aggiornata al 25/02/2004)
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1) DA BERGAMO ORDINARONO ALLA MADONNA DI NON COMPARIRE MAI PIÙ A GHIAIE

Nel suo libro “Storia dei Fatti di Ghiaie” a pag. 120, Don Luigi Cortesi si dispiace di non essere stato presente di persona a Ghiaie i primi giorni delle apparizioni ed ha l’impudenza d’incolpare la Madonna di non averlo preavvisato: “… non rimpiangerò mai abbastanza di non avere un’esperienza personale della storia dei primi giorni, sui quali, ovviamente, deve cadere l’interesse precipuo dello studioso; pazienza! S’è fatto quel che s’è potuto; la colpa è della… Madonna, la quale doveva darci il preavviso…”

Non soltanto la Madonna avrebbe dovuto avvisare prima di comparire a Ghiaie ma, dopo il 31 maggio 1944, Le veniva anche ordinato di non apparire mai più alla bambina.

Ecco come Don Cortesi riferisce il fatto a pag. 32 del libro “Le visioni della piccola Adelaide”: “Quella sera, poco prima di partire per le Ghiaie, S. Ecc. il Vescovo, pressato dalle autorità provinciali, che trovavano nel fenomeno di Bonate motivi di gravi preoccupazioni civili, politiche, militari, mi avverti per telefono che aveva potuto strappare alle autorità il permesso di trasportare la bambina alle Ghiaie per l'ultima visione, soltanto a patto che questa fosse davvero l'ultima, e quindi volle che la piccina pregasse la Madonna a non comparire mai più. Presi sul serio quell'ordine del Vescovo e lo comunicai alla piccola: «Stasera, devi dire alla Madonna, che, per piacere, non venga più». Ad. s'affrettò ad avvertirmi che l'ordine era inutile: «Sì, sì, te l'ho detto che questa è l'ultima sera», e tuttavia anch'essa lo prese sul serio. Lo comunicò alla Madonna, con questa formula terribilmente ellittica: «Te, Madóna, i m’ha dicc issé dè ègn piö», cioè: «Tu, Madonna, mi hanno detto che tu non venga più». Anche la Madonna lo prese sul serio e rispose: «Sì, è l'ultima sera, non verrò più».

Don Cortesi riprende ancora il fatto nel libro “Storia dei fatti di Ghiaie” a pag. 170: “… Il Vescovo è in ansie e mi fa chiamare al telefono: vuole aver notizie, vuole che la bambina preghi la Madonna a non comparirle mai più. Prendo sul serio quest’ordine e lo comunico alla piccola:
Stasera devi dire alla Madonna che, per piacere, non venga più. Lo chiede il vescovo, sai chi è il vecovo? Quello che..
Ad. S’affretta ad avvertirmi che l’ordine è inutile:
Sì, sì, te l’ho detto che questa è l’ultima sera!…”

Ma il vescovo non si accontentò di aver parlato con Don Cortesi ma fece un’altra telefonata: “… Il vescovo chiama al telefono la Direttrice: insiste perché Ad. Preghi la Madonna a non comparirle più: vuole che, chiuso il ciclo delle apparizioni, Ad. Venga trasferita, subito, domani stesso, nel convento di Gandino…”

Don Cortesi da un lato incolpava la Madonna di non averlo avvisato prima di apparire a Ghiaie e dall’altro impartiva alla Madonna tramite la bambina l’ordine del vescovo di non apparirle mai più.
Un gesto offensivo verso Colei che aveva già impartito tante grazie in quel luogo. Non si era mai giunti a tanto!

Domenico Argentieri, nel suo libro “La fonte sigillata” (ed. 1955), scrive:
“Don Cortesi, riferendo quella duplice telefonata del vescovo, cercò di scusarlo perché «pressato dalle autorità provinciali che trovavano nel fenomeno di Bonate motivi di gravi preoccupazioni civili, politiche e militari»…
Ma il Vescovo avrebbe potuto semplicemente ripetere alle autorità civili che non era il caso di preoccuparsi minimamente, dato che tutti sapevano che la bambina aveva già detto da dieci giorni che l’apparizione del 31 maggio sarebbe stata l’ultima: ripetere cioè quanto aveva detto al Questore il 30 maggio, come risulta dal suo Diario.”

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2) AL VATICANO FU DATA UN’ALTRA VERSIONE?

Da appunti dattiloscritti del Cardinal Gustavo Testa.
Fonte: Biblioteca Angelo Maj – Archivio manoscritti – Cartelle riguardanti l’archivio del Cardinale Gustavo Testa


“Ultime notizie avute da Bergamo a mezzo Vaticano in data 1 giugno (1944)

Come la Madonna aveva promesso alla piccina, il 28 maggio, giorno della sua prima Comunione, la rivide, e le promise di tornare ancora; difatti la rivide altre volte.

Le autorità politiche impensierite per la mobilitazione stragrande di popolo che accorre sul luogo delle apparizioni, andò dal Vescovo per pregarlo che impedisse tali rivelazioni, a cui il Vescovo dovette rispondere che non gli era possibile comandare al cielo di non rivelarsi.

Allora fece mettere i cordoni intorno alla casa della piccina perché nessuno l’avvicinasse…
Finita l'ultima apparizione che noi conosciamo, ossia quella del 31 maggio il capo della Compagnia che formava il cordone disse alla famiglia: «Per ordine dell'Autorità Superiore sono finite le rivelazioni” Come se queste dovessero dipendere dall'autorità terrena…»

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Perché da un lato, a Bergamo, si ordinava più volte chiaramente alla Madonna di non comparire mai più a Ghiaie e dall’altro lato si riferiva invece a Roma che il Vescovo, alle pressione delle autorità, aveva risposto che “non gli era possibile comandare al cielo di non rivelarsi”?

Quali pressioni furono fatte a Mons. Bernareggi dalle autorità politiche italiane di quel tempo e dal Comando delle SS, in stanza a Bergamo, che aveva requisito una parte del palazzo dei professori del seminario, e da Hitler in persona?
Quale fu il ruolo del capitano Langer delle SS che aveva convissuto con Don Cortesi nello stesso palazzo e ne era diventato amico?

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3) L’ECO CLAMOROSO DELLE APPARIZIONI INDUSSE HITLER A INTERESSARSI DEL CASO

Dal libro del senatore Giuseppe Belotti “I cattolici di Bergamo nella resistenza”, ed. Minerva italica, ottobre 1989.

“Il Comando tedesco - ricorda don Gino Cortesi -, «che si era installato in Seminario col capitano Langer delle SS portavoce diplomatico, accusava il clero di aver “deviato” la gioventù italiana, al punto di strumentalizzare lo stesso fatto clamoroso della presunta apparizione della Madonna alle Ghiaie di Bonate per agevolare la dissoluzione dell’esercito repubblichino. Al Comando tedesco, infatti, era diffuso il sospetto che la profezia mariana riferita dalla veggente bambina Roncalli, relativa alla fine della guerra entro tre mesi se gli uomini avessero fatto penitenza, fosse una volpina invenzione del clero bergamasco: dire che fra tre mesi sarebbe venuta la pace (e si sapeva bene quale sarebbe stata la parte soccombente) equivaleva a un invito (per di più venuto dal cielo) ai giovani a disertare dalle forze armate del governo di Salò; e, per contro, a un incoraggiamento alle formazioni partigiane a tener duro ancora per poco».
Per rendersi conto della fondatezza dell’allarme diffuso nel presidio germanico di Bergamo e negli ambienti fascisti dalla vicenda della madonna delle Ghiaie, bisogna pensare che la notizia dell’apparizione, della profezia e dell’afflusso di folle imponenti sul luogo dell’apparizione aveva avuto un’eco clamorosa in tutto il Nord Italia e fuori, al punto da indurre lo stesso Hitler a interessarsi del caso.”

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I NAZISTI TENTARONO DI PORTAR VIA ADELAIDE

Dalle testimonianze dell’architetto Giacomo Alessandro, progettista e direttore dei lavori della Cappelletta delle Apparizioni, rilasciate il 25/07/1986 e il 07/09/2002, emerge un fatto molto importante: i nazisti tentarono di potar via Adelaide, ma il Vescovo riuscì ad impedirlo promettendo che avrebbe ordinato una Commissione Ecclesiale per smentire ogni cosa.

“… Ricordo anche un fatto: un giorno, non so bene la data, ma certamente mentre la bimba era protetta, due ufficiali superiori tedeschi, con ordini superiori, capitarono con una grossa automobile, alla sede della Società Italcementi a Bergamo e prelevarono d’autorità il sig. Verri, ben sapendo che lui conosceva il posto dov’era la bimba con lo scopo evidente di prelevarla per ordini superiori. Io vidi il sig. Verri mesto fra questi due ufficiali ed impensierì anche i colleghi. Venni poi a sapere dallo stesso sig. Verri, poiché io ero il suo confidente fedele e fraterno, che lui ben sapendo dov’era la bimba, non lo comunicò ai due ufficiali nazisti affermando loro che solo mons. Vescovo lo sapeva. Fu perciò prelevato per recarsi assieme direttamente in Vescovado, col preciso ordine superiore di prelevare la bimba Adelaide. Anche qui io affermo il miracolo!
Il sig. Verri mi disse poi riservatamente che i due ufficiali chiesero esplicitamente al vescovo la bimba e mons. Vescovo, deviando il discorso, li convinse che lui non sapeva niente degli avvenimenti in corso, anzi a conferma, mostrava loro le edizioni ridotte dell’Eco di Bergamo che pubblicavano quotidianamente le proibizioni a tutto il Clero di Bergamo e provincia, pena la scomunica, di partecipare in qualsiasi modo agli avvenimenti in corso alle Ghiaie di Bonate e che avrebbe ordinato una Commissione Ecclesiale per smentire ogni cosa. I due ufficiali soddisfatti, si accontentarono di prelevare un pacco di giornali che il Vescovo porgeva loro, prelevandoli dalla sua scrivania, a testimonianza dei Fatti, e non si ricordarono nemmeno più della richiesta iniziale della bambina, scopo preciso della loro presenza…”

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Quale fu il ruolo del capitano Langer delle SS nell’Affare Ghiaie? Che rapporti di amicizia esistevano tra lui e il vescovo, tra lui e don Cortesi? Perché godette della loro protezione alla fine della guerra? Perché trascorsi tanti anni, nel 1978, il capitan Langer ebbe paura e si rifiutò d’incontrare a Vienna uno studioso delle Apparizioni di Ghiaie?
L’argomento, molto complesso, verrà trattato in uno studio a parte.
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Fonti:
- “Storia dei Fatti di Ghiaie” di don Luigi Cortesi.
- “Le visioni della piccola Adelaide” di don Luigi Cortesi.
- “Il problema delle apparizioni di Ghiaie” di don Luigi Cortesi.
- “I cattolici di Bergamo nella resistenza” del senatore Giuseppe Belotti.
- “La fonte sigillata” di Domenico Argentieri.
- “Che avvenne alle Ghiaie nel 1944”, di Achille Ballini.
- “Una fosca congiura contro la storia” di Achille Ballini.
- “Cronache e immagini storiche di Ponte San Pietro”, ed. 1981, Circolo culturale “Il Ponte”.
- “Così la Madonna ha salvato Bergamo” di R. Allegri, da “Gente”
- Manoscritti del cardinal Gustavo Testa, Biblioteca Angelo Maj di Bergamo.
- Testimonianze dell’architetto G. A. del 25/07/1986 e del 07/09/2002.
- Rivelazioni di Mons. Vittorio Bonomelli.
- Archivio e testimonianze dello studioso Luigi Stambazzi.
- Ricerche storiche di A. Lombardoni.
- Articoli vari di giornali e riviste.
- Archivi privati italiani ed esteri.
- Testimonianze riservate.

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Allegato   Data inserimento:  25/02/2004