Autore:  E. Poli Data documento:  15/09/1995
Titolo:  A questo punto, mons. Amadei, inutile ristudiare il caso

 A QUESTO PUNTO, MONS. AMADEI, INUTILE RISTUDIARE IL CASO
Lettere della scrittrice Ermenegilda Poli a Mons. Amadei, vescovo di Bergamo


Ermenegilda Poli
Via Veneto, 8
24020 CENE (Bg)

Cene, 06/01/1993

Ecc. Rev.ma Mons. ROBERTO AMADEI
VESCOVO DI BERGAMO

Oggi 3 telefonate amiche mi hanno avvisato che su Rete TV 2 si parlava dei fatti di Crosia (CS) e che su Rete TV 4 la sera c'era da vedere il film su Fatima.
In ambedue le trasmissioni si è parlato di fenomeni del sole "pulsante". Allora mi sono ricordata della testimonianza di un sacerdote sul fenomeno del sole "roteante" visto a Ghiaie di Bonate nel 1944. L'ho conservata ancora inedita insieme ad altre riguardanti il caso Bonate, firmate da sacerdoti. Ho pensato di mandarle a Lei.

Ho seguito con interesse le interviste fatte a Crosia: ho apprezzato la fermezza di quel parroco, ma soprattutto la brevità e la chiarezza di quel Vescovo: "Riconosco il culto ma non l'apparizione". Infatti nessuno al mondo può approvare un'apparizione, poiché non tocca a un inferiore approvare ciò che fa un Superiore: in questo caso il Superiore è Dio e l’inferiore è il Vescovo. Però, approvando il culto ammette che si possa pregare e celebrare Sante Messe sul luogo dell'apparizione.
Intanto Ghiaie è solo luogo di devozione mariana e non di culto; e a chi mi stuzzica su questo argomento, rispondo: "Io sto con la Chiesa".

Chiaro è stato anche un teologo intervistato dal giornalista, quando ha saggiamente risposto: "Le apparizioni bibliche non si discutono mentre per le apparizioni fuori dalla Bibbia, cioè avvenute lungo la storia della Chiesa, dobbiamo usare l'intelligenza: in questo caso la vita e i frutti sono convincenti". (Ho riassunto in breve). Egli intendeva la vita dei due giovani, esemplare; e studiare pure i frutti dell'apparizione, seguendo il consiglio evangelico: "Dai frutti conoscerete l’albero". Infatti a Crosia le telecamere hanno mostrato moltissima gente in preghiera, gente composta e seria; si è parlato anche di conversioni e grazie ricevute.
Ho pensato al caso Ghiaie, in cui i frutti sono almeno quattro: conversioni, guarigioni non ordinarie, il valore dei messaggi (dati alla bambina) i quali non contengono nulla contro gli insegnamenti della Chiesa, e anche la fede della gente che dal maggio 1944 ha continuato e continua a recarsi a pregare nel luogo dove è sorta anche la cappella.

Cene, 07/01/1993. Oggi, in una telefonata un sacerdote insisteva a dirmi che ci vuole la revisione del processo per Ghiaie. Gli ho risposto: "Niente processo! Una pietra sul passato, perché al defunto don Cortesi si deve concedere l'attenuante della buona fede".

Con ossequi augurandoLe, Eccellenza, la luce dello Spirito Santo.
Ermenegilda Poli

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Ermenegilda Poli
Via Veneto, 8
24020 CENE (Bg)

Cene, 15 settembre 1995

Ecc. Rev.ma Mons. ROBERTO AMADEI
VESCOVO DI BERGAMO

Dietro consiglio del mio Direttore Spirituale, Le invio fotocopia di una lettera trovata in questi giorni tra le mie vecchie carte che stavo per buttare.
Non l'avevo mai letta perché quel luglio 1965 probabilmente lo trascorsi al mare, quindi tale foglio restò nel mucchio di carte da leggere in seguito.
E' una lettera di Achille Ballini di Boltiere, ora defunto, impiegato della Dalmine, che era stato trasferito a Costa Volpino; egli aveva aiutato il Parroco di Ghiaie Don Cesare Vitali (suo Padrino di Battesimo) a raccogliere e scrivere testimonianze di "grazie ricevute" invocando la Madonna come apparsa nella frazione del Torchio.
Achille Ballini poi rese note le sue ricerche in varie pubblicazioni, tra cui "Una fosca congiura contro la storia". Pare che io gli avessi scritto per segnalargli una guarigione, poiché il 12 luglio 1965 mi rispondeva che non si doveva procedere a continuare tale raccolta poiché bastavano le "grazie" da lui scritte e documentate. Indi aggiunse il racconto del colloquio da lui avuto nel 1959 con ecclesiastici quando era stato convocato a Bergamo. Nella lettera non cita dei nomi, ma, se ben ricordo, quando me ne parlò presso la cappella di Ghiaie, mi disse il nome del Parroco di Pignolo Don G. Cavagna.

Quando ho letto la frase: "Occorreva salvare Don Cortesi" mi sono ricordata che anch'io, nel marzo 1986 durante un colloquio con Mons. Clemente Gaddi gli dissi: "Vorrei tentare di comporre un opuscolo in difesa del defunto Mons. Luigi Cortesi; come sorella di un Sacerdote io vorrei esprimere la mia comprensione verso di lui".
Per questo avevo pensato di puntare su quattro motivi. E glieli spiegai. Alla fine del colloquio egli mi disse: "Lo faccia! Lo faccia!". Dopo la morte di Mons. Gaddi ho scritto una "Note in memoria di Mons. Clemente Gaddi" il 15 dicembre 1993 da me firmata, qui allegata in fotocopia, dove leggerà che il mio libro "La fede della gente a Bonate" è stato letto approvato con un semplice biglietto: "Quanto ella scrive va tutto bene". Vi troverà anche il numero delle pagine dove si trovano i miei quattro punti di difesa.

Avrei voluto venire di persona ma ormai non posso più uscire. Tengo la fotocopia della tesi di laurea di un giovane di Milano, dott. Federico Monico, laurea conseguita nel marzo scorso con votazione 110 all'università statale di Milano; titolo: "Il caso dell'Apparizione della Madonna di Bonate: Cronaca e analisi di una polemica”, Pagg. 426. Relatore: Chiar.mo Prof. Attilio Agnoletto.

Eccellenza, se desidera, gliela manderò per il Suo archivio, ma ormai penso che sia inutile ristudiare il caso, in base all'unita lettera di Achille Ballini.

Inginocchiata davanti a Vs. Eccellenza invoco la Santa Benedizione: grazie.

Ermenegilda Poli

P.S. Allego la trascrizione dattiloscritta della lettera.


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LETTERA DELLO STUDIOSO ACHILLE BALLINI ALLEGATA

Costa Volpino, 12 luglio 1965

Gent.ma sign.na E. Poli
L’essere io molto occupato nello studio, m’ha fatto ritardare la risposta. Voglia scusarmi.
Non so di quale guarigione Lei parli; io ho raccolto ancora, il 13 maggio sc., delle guarigioni del 1944.
Ma oramai non occorrono più guarigioni per «dimostrare» la realtà delle Apparizioni alle Ghiaie; perché, quando nel 1959 io sono stato chiamato a Bergamo «per finire la questione delle Ghiaie», mi confermarono, dietro mia esplicita dichiarazione, che la storia da me scritta bastava, ma che «occorreva salvare D. Cortesi. E al mio diniego sul modo con sui avrei dovuto salvarlo (ma io, per salvare pubblicamente la faccia a tutti, non avevo forse già scritto a Don Cortesi, a Don Locatelli e allo stesso Vescovo Mons. Piazzi, prima di mandare alla stampa: Una fosca congiura…?) mi è stato detto: «Allora la questione non andrà più avanti»; al che io ho ribattuto: «Ognuno si prenda le proprie responsabilità di fronte a Dio ed agli uomini.»
Le insidie tesemi durante un discorso, che è durato una buona ora, sono state molte; avrei anche potuto cadere e rovinare per sempre le Apparizioni. Ma non sono caduto né in errori, né in contraddizioni. E di fronte ad una cattiva volontà, di fronte al male, non ho piegato.
Povera giustizia e povera verità in mano agli uomini!
Non c’è più il timor di Dio, ma…
Ma io ho già accennato a questi fatti con Lei alle Ghiaie?
Ossequi

Achille Ballini

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COMMENTO
(A cura del prof. Alberto Lombardoni)

La signorina Poli cita lo studioso Achille Ballini, autore di pubblicazioni sui Fatti di Ghiaie e in particolare del libro verità, messo all’indice dalla Curia, intitolato “Una fosca congiura contro la storia”. Achille Ballini fu preseguitato per molto tempo. Fatto licenziare dalla Dalmine, fu trasferito con la clausola “in prova” per molti anni allo stabilimento di Costa Volpino. Nel 1959, fu chiamato in Curia «per finire la questione delle Ghiaie» dove gli fu detto che «occorreva salvare D. Cortesi». Al suo diniego sul modo proposto dalla Curia con cui avrebbe dovuto salvarlo, gli fu risposto «Allora la questione non andrà più avanti».
Qui è la chiave di lettura del problema Ghiaie: “Occoreva salvare don Cortesi” per evitare gli scandali.

Purtroppo la signorina Poli smarrì quella lettera tra i suoi incartamenti, e la ritrovò e la lesse soltanto nel settembre 1995 prima di scrivere al Vescovo.

Ecco perché in base alle gravi affermazioni di Achille Ballini (lettera del 12 Lugio 1965)
Ermenegilda Poli scrisse ironicamente al vescovo Mons. Amadei “ma ormai penso che sia inutile ristudiare il caso, in base all'unita lettera di Achille Ballini”.

Per quanto riguarda la tesi del dott. Federico Monico "Il caso dell'Apparizione della Madonna di Bonate: Cronaca e analisi di una polemica”, discussa a Milano, si può facilmente intuire perché il fatto non ha avuto la rilevanza che meritava nella nostra provincia.

Dubitiamo che Mons. Amadei abbia risposto alla due lettere della signorina Poli. Nell’archivio privato di E. Poli non abbiamo trovato nulla.

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Fonti:
- Archivio privato di Ermenegilda Poli.
- Archivio privato di Achille ballini.
- Tesi del dott. Federico Monico.












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Allegato   Data inserimento:  15/09/1995