Autore:  L'Osservatore Data documento:  05/12/1945
Titolo:  Perché Bergamo non fu bombardata

 Riportiamo l’articolo interessantissimo del giornale “L’osservatore”, pubblicato il mercoledì 5 dicembre 1945.
(Vedi l'articolo originale visualizzando l'allegato cliccando in fondo alla griglia)
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PERCHÉ BERGAMO NON FU BOMBARDATA

Non il medico che avrebbe curato la figlia di Churchill ma un ufficiale dell’Intelligence Service salvò la città dagli attacchi aerei

Bergamo, 4 notte
Come è noto Bergamo è stata risparmiata in una maniera veramente sorprendente. Gli aerei sono passati ripetutamente sopra questa città senza colpirla nonostante che vi fossero trasferiti anche alcuni importanti comandi militari.
Il “Popolo” aveva riportato una versione di un giornale romano della sera, che attribuiva il privilegio al fatto che il bergamasco professor Crescenzi, medico della Real Casa d’Egitto, molto noto negli ambienti anglo-americani per avere operato in parecchi ospedali e cliniche, avrebbe curato la figlia di Churchill ottenendo come ricompensa di risparmiare la propria città natale dai bombardamenti. Ora, i familiari del professor Crescenzi hanno smentito questa notizia ed il professore ha dichiarato di non avere mai neppure visto la figlia di Churchill.
Nel fare questa smentita, il confratello “L’Eco di Bergamo” riporta alcune interessanti dichiarazioni al riguardo fattegli da un cappellano partigiano bresciano, don Bonomelli, che lavorava per l’”Intelligence Service” e che agiva sotto i nomi o di “Platone” o di “Gioppino” (“Il Gioppino ha messo le scarpe” di Radio Londra).

Don Bonomelli ha dichiarato al giornale che il fattore che tenne lontani i bombardamenti da Bergamo fu in relazione all’azione di un alto ufficiale al servizio del Comando Supremo Alleato e il suo sentimento religioso che guidò le sue operazioni e i suoi ordini politici e strategici.
Don Bonomelli spiega come una sera del luglio 1944, scendendo da S. pellegrino verso Bergamo con l’ufficiale alleato, ebbe modo di mettersi al corrente sui fatti della Madonna delle Ghiaie, interrogando diverse persone. L’ufficiale alleato espresse a Don Bonomelli il proposito di recarsi alle Ghiaie e partì. “Platone” raggiunse Clanesso in Val Brembana, attendendo al “Mulino” dove era nascosta la radiotrasmittente. L’ufficiale alleato tornò solo la sera del giorno de seguente e don Bonomelli parlò con lui nella notte. L’ufficiale alleato, che recava una macchina da presa speciale con la quale aveva filmato molte scene alle Ghiaie, si mostrò molto impressionato e raccontò come tra la folla corresse la radicata convinzione che Bergamo non sarebbe stata bombardata per intercessione della Madonna.

Però in quei giorni cominciarono ad affluire dai vari agenti dislocati nella regione informazioni gravi che richiedevano il bombardamento di Bergamo, anzi, la mattina stessa dopo il ritorno dell’ufficiale, un dispaccio informava che in seguito al bombardamento di Brescia, molti importanti ufficiali militari tedeschi erano stati trasferiti nella zona di Bergamo.
Le zone maggiormente indiziate e indicate per l’offesa erano situate fra il Duomo, la Città Alta e la casa Littorio, presso la quale si ricoverò più tardi lo stesso furgone speciale di Kesserling. Fu allora che il problema si impose alla mente dell’alto ufficiale alleato e ai suoi collaboratori. Egli era sempre preso dai fatti che aveva visto alle Ghiaie, ma cominciava nel contempo a impazientirsi per le ripercussioni che si verificavano nel frattempo nel campo politico e militare.
Dopo avere riferito come tali fatti si ripercuotessero anche sull’animo degli stessi soldati tedeschi e fascisti e tanto fastidio dessero allo stesso Hitler che aveva dato ordine telegraficamente al capitano Langer di fare sequestrare la bambina delle Ghiaie, don Bonomelli asserisce che l’attentato a Hitler del 20 luglio è stato messo dai nazisti stessi in relazione ai fatti di Ghiaie.

Intanto da quanto riportavano le informazioni, la situazione si aggravava: fu segnalato l’arrivo di Mussolini a Bergamo e la sua visita ad una famiglia nobile della città. Una soluzione si imponeva, e una sera il Comando alleato chiese di bombardare il Colle della Maresana, l’ufficiale alleato stracciò tutti i documenti e distrutte i bagagli dicendo con profonda convinzione, sicuro di arrecare un servizio alla causa della Nazioni Unite: “Non voglio dare un dispiacere alla Madonna” e partì per il sud, via Svizzera, per informare direttamente il Comando alleato sugli avvenimenti e chiedere istruzioni.
Il Comando alleato, dopo una ventina di giorni, fece sapere a “Platone” che i fatti delle Ghiaie rivestivano molto interesse ed erano anche di grande utilità politica e militare e che si continuasse a fornire informazioni sui movimenti di truppe e sulla dislocazione dei Comandi militari e degli uffici.
Ma intanto (era questo che interessava) gli aeroplani sorvolavano Bergamo ma non sganciavano, benché si temesse sempre che la città fosse bombardata.

Ai primi di settembre con targa e documenti falsi, servendosi della macchina di un fascista, don Bonomelli incominciò a peregrinare per il Nord e venne così in possesso di documenti sulla probabile ritirata di Kesserling e apprese dagli stessi che i tedeschi non considerano più Bergamo centro importante. Don Bonomelli fece presente subito le circostanze al capitano alleato con il quale aveva collaborato, che le trasmise a sua volta al Comando superiore. Veniva anche chiesto in conseguenza che Bergamo non venisse bombardata. Un altro fattore fortunato era così intervenuto a favore della città.

Dopo avere spiegato anche l’ultimo periodo della guerra nel quale si era affacciata di nuovo su Bergamo la minaccia dei bombardamenti e come questo periodo fosse superato felicemente, il giornale conclude: “Così Bergamo fu salva: la nostra città, noi crediamo, quando sarà possibile rendere noto il nome del capitano alleato gli testimonierà equamente la sua riconoscenza, attribuendogli la cittadinanza onoraria mentre non lascerà di ringraziare la Madonna che ha ispirato la sua azione e lo ha guidato a così buon fine”.
A. S.



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Allegato   Visualizza l'allegato   Data inserimento:  05/12/1945