LA FACCIO RESPONSABILE DELL'OSSERVANZA DELLA PRESENTE ORDINANZA
Mons. Piazzi, che aveva promesso, alla sua nomina, di riprendere in mano la questione Ghiaie, si dimostrò contrario ad ogni apertura e scrisse una lettera molto dura a don Italo Duci, curato e poi parroco di Ghiaie che la rese pubblica molti anni dopo la morte improvvisa e prematura (nel 1963) del vescovo. Don Italo Duci morì nel settembre 2004. Lo incontrai nel 2002, alla casa di riposo di Scanzorosciate (Bg). Alla fine dell'incontro mi disse testualmente: "Preghi per me, che non ho fatto abbastanza per salvare le Apparizioni del 1944".
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IL VESCOVO DI BERGAMO Bergamo, 14 aprile 1954
Caro don Duci, Sento dire che le cose a Ghiaie si mettono poco bene. Si pensa forse che col nuovo Vescovo si possa - finalmente - fare ciò che si vuole? Non è e non dev'essere così: le decisioni dell'Autorità Ecclesiastica devono essere osservate, in primo luogo dai sacerdoti. Non si deve dar esca a fanatici e a speculatori e non li si deve seguire su questa falsa strada.
Ordino perciò: 1) che siano rese nuovamente note e fatte osservare le nomine e le disposizioni del compianto veneratissimo arcivescovo mons. Bernareggi. 2) che si tolga dal ricovero (falsamente creduto cappella) tutto ciò che vi è stato messo abusivamente contro i disposti e la volontà del compianto Arcivescovo; 3) che Ella si faccia consegnare le chiavi del suddetto ricovero perché non vi si possa entrare e fare ciò che si vuole; 4) che nessun sacerdote e religioso, non addetto alla parrocchia, sia ammesso a celebrare nell'ambito della parrocchia di Ghiaie, senza espresso permesso dell'Ordinario della Diocesi di Bergamo. Tale disposizione durerà ad beneplacitum nostrum. Questa lettera è strettamente a lei riservata: di tale riservatezza faccio lei responsabile, come La faccio responsabile dell'osservanza della presente ordinanza. Porti la mia beneaugurale benedizione al Sig. parroco, che penso un po' migliorato. Benedico di cuore. + Giuseppe Piazzi Vescovo
(Fonte: archivio privato) (Lettera resa pubblica da don Italo Duci) VISUALIZZARE L'ORIGINALE CLICCANDO NELLA CASELLA IN BASSO AL FILE ==========================================================================================
IN MERITO AI FATTI DELLE GHIAIE Perché siano chiari gli intendimenti dell'Autorità Eccl. e sia tolta ogni incertezza tra i fedeli, mi sento in dovere di dichiarare a riguardo dei noti fatti delle Ghiaie di Bonate, che resta nel suo pieno vigore il decreto, con le relative decisioni, emesso dal mio Ven. Antecessore, a conclusione dell'esame degli stessi fatti; decreto già pubblicato su la Vita diocesana dell'aprile 1948 pag. 75 e che ritengo opportuno di ripubblicare, perché sia portato a conoscenza di tutti. Esso è del seguente tenore: "Avendo preso ecc..." In conseguenza pertanto di questo Decreto, e in conformità allo stesso. Resta vietato ogni pellegrinaggio e ogni atto di culto reso alla Madonna come apparsa alle Ghiaie di Bonate; così pure ogni stampato che si riferisca e sostenga le presunte apparizioni della Madonna alle Ghiaie. E chiunque non ottemperi a queste disposizioni, commette un riprovevole atto di indisciplina.
Bergamo, 30 aprile 1954 + GIUSEPPE PIAZZI Vescovo p.c. c. Magoni
(Fonte: archivio privato)
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I FATTI DELLE GHIAIE DI BONATE nei ricordi della signora Carolina Finazzi Falsetti (dall'archivio della scrittrice Ermegilda Poli)
Roma, 25/02/1978. Pro-memoria sui fatti delle Ghiaie di Bonate 1944. ... 3) Nel 1954, a Bergamo, prima di lasciare la Diocesi per trasferirmi a Roma (per vari anni sono stata dirigente diocesana della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e propagandista nazionale) nel prendere commiato, pregai il vescovo mons. Giuseppe Piazzi, di riprendere in mano la causa delle Ghiaie; mi ripose che riceveva molte lettere in proposito. Mi aggiunse che non dava credito alle affermazioni del prof. Cazzamalli, un non credente (anzi mi disse qualche cosa di più, che per carità cristiana preferisco tacere). ...
(Fonti: Archivio Ermenegilda Poli)
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