Ecco lo stralcio delle relazioni del dott. Giovanni Zonca e del dott. Vittore Borroni, presenti a Ghiaie di Bonate il 31 maggio 1944 sul luogo delle Apparizioni, riportate anche da don Luigi Cortesi nel suo studio “Storia dei fatti di Ghiaie” a pag. 180 e 181.
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RELAZIONE DEL DOTT. GIOVANNI ZONCA
«La bambina mi sembra un po’ abbattuta. Le domando quando avverrà la visione. Mi risponde: «Alle 7». Ogni tanto scambia qualche parola con i più vicini. Più tardi dice di avere dolori al ventre. Si mette a sedere e poi in braccio alla cugina. Si rannicchia su se stessa e si comprime il ventre. E' pallida. Qualche lacrima. Si tenta di farle prendere la pastiglietta di cibalgina, ma la rifiuta. Sciolgono la pastiglietta in un bicchiere di aranciata, la sorella e la cugina fingono di berne una parte e poi la portano all'A., che lo allontana, dicendo alle offerenti di bere loro stesse. Sono, le 19, non cessano i disturbi, qualche sbadiglia, qualcheduno cerca far soddisfare i suoi bisogni alla bambina. Ha la faccia addolorata; ritorna tra le braccia della cugina. Sono le 19,30 e ancora i disturbi non passano; qualche atto di sfiducia attorno. Io penso che bisogna attendere, sua sorella la rimprovera e le dice: «Te se óna impustúra; va»! Domanda all'Ad. se vuol tornare a casa: risponde di no. Alla Dott. Maggi dice che se la Madonna non viene perché lei sta poco bene i miracoli però li fa lo stesso. Nel frattempo, e già due volte prima, sono sorte delle grida di guarigione. Il Commissario di P. S., impensierito, dice che è troppo tardi, che l'attendere oltre potrebbe diventare un pericolo per tanta folla'e vuole che si porti a casa la bambina. Don Cortesi chiede al Commissario di soprassedere. L'A., nuovamente interrogata, vuol restare. Ad un certo momento, poco prima delle 20, la bambina si alza ed è in piedi sul suo sasso; la cugina dice che le è sgusciata fuori di mano; io stesso non ho sorpreso il momento in cui la bambina ha abbandonato la posizione rannicchiata sulle ginocchia della cugina ed è balzata in piedi eretta sul sasso. Ad. congiunge le mani, le do la mia corona del Rosario. Poco dopo è assorta e guarda fissa innanzi a sé. Il suo viso è cambiato, non è più il viso disteso, aperto, sorridente della bambina di Via Masone; ora è un viso attento, non teso, ma assorto, con un'espressione un poco estatica; lo sguardo è molto fisso in qualche cosa che concentra tutta l'attenzione della bambina. Ammicca molto spesso, muove le labbra: nessuna reazione alla puntura con lo spillo alle gambe, mani, regioni laterali del collo. Verri le chiede se vede la Madonna; ella risponde: «Sì». Un medico le tocca le ciglia delle palpebre con un pennello: ammicca fortemente e ripetutamente. Si lascia asciugare il sudore senza scomporsi e distrarsi; lei stessa una volta si asciuga il sudore che le entra nell'occhio destro con il dorso della mano. Le osservo attentamente gli occhi: nulla di particolare, non riflessi sulla cornea, non iperemia delle congiuntive bulbari; noto un ammiccamento più frequente e più accentuato che le altre volte. Sgrana la corona e poi fa il gesto come di chi vuoi consegnare la corona; io porgo la mano e lei la lascia cadere, sempre guardando verso il suo punto. Non guarda più; socchiude le palpebre per un attimo e riprende contatto con il mondo che la attornia; dice che ha ancora i dolori di ventre o che le stanno ritornando e ricorre pure sul viso l'espressione di dolore ». (Dott. Zonca Giovanni)
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RELAZIONE DEL DOTT. VITTORE BORRONI
«Tutto si è svolto come la sera precedente, con le seguenti varianti. Durante il periodo di attesa la bambina fu colta da dolori viscerali addominali a tipo spasmodico, con faccia sofferente e sudorazione fredda, non però pallore spiccato del volto. Accusò inoltre il bisogno di urinare, ma per quanto incoraggiata da parenti e si sforzasse lei stessa di soddisfare il bisogno non riuscì. (Frequentemente si osserva specie nei bambini la impossibilità a soddisfare simili bisogni, in presenza di persone). Tenuta quasi sempre in braccio da una parente, i disturbi descritti, lentamente e gradatamente, dopo circa un'ora scomparvero. Dopo la recita del S. Rosario e il canto delle Litanie, la bambina è entrata in estasi alle ore 19,50 circa, con il medesimo atteggiamento della persona e dello sguardo della sera precedente. In mano teneva una corona del Rosario, scorrendone i grani, mentre muoveva le labbra come a preghiera. Talora però moveva le labbra senza scorrere il S. Rosario. Durante l'estasi, che è durata circa 10 minuti, lo sguardo non fu sempre fisso in un punto, ma tre o quattro volte deviò, per brevissimo tempo, leggermente a destra ed a sinistra. Una volta con la mano, destra si prosciugò il sudore dalla guancia destra e dal dorso del naso». (Dott. Vittore Borroni).
========================================================================================== Fonti: - Archivi privati. - “Storia dei fatti di Ghiaie”, Luigi Cortesi, SESA Bergamo 1944, pag. 180 e 181.
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