SONO QUINDI CONVINTO CHE EFFETTIVAMENTE LA VERGINE SIA APPARSA.
Purtroppo quest’interessantissima ed inedita relazione medica del Dott. Loglio su Adelaide Roncalli inviata al vescovo Mons. Bernareggi il 30/09/1944 non venne mai tenuta in considerazione dalla Commissione e dal Tribunale ecclesiastico, né il Dott. Loglio né altri medici e specialisti vennero chiamati a deporre al processo. Anche la dettagliata relazione medica di Padre Gemelli e della sua assistente non fu tenuta in considerazione. Si preferì invece credere alla tesi dell’occultista, non credente, prof. Cazzamalli, amico di don Cortesi, fatto scarcerare dai nazisti perché potesse assistere all’apparizione del 31 maggio e denigrarla.
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RELAZIONE MEDICA DEL DOTT. LOGLIO
Dr. G. Loglio Medico Chirurgo
Bonate Sopra, 30/09/44
A S. E. Mons. ADRIANO BERNAREGGI Vescovo di Bergamo
Invio queste brevi note ed impressioni sulla RONCALLI ADELAIDE che non possono per altro avere carattere di giudizio perché non conosco l’esito delle ulteriori osservazioni su tutte le guarigioni avvenute. Conosco la famiglia RONCALLI da circa 18 anni, come robusta, buona e brava famiglia di operai. Poche le malattie sofferte dai numerosi membri della famiglia e di nessuno di essi ho mai notato sintomo di alterazioni psichiche d’isterismo od epilessia. La madre, che curai due anni or sono per cistite, ebbe dieci gravidanze con nove parti a termine ed un aborto. Gli otto figli viventi, sani e robusti, furono allevati con sani criteri di educazione ed economia domestica, compatibili con i modesti guadagni del padre, operaio del Linificio di Ponte S. Pietro, che, se non si rifiutò di bere qualche bicchiere di vino, specie alla domenica, non si abbandonò però mai agli eccessi. La Madre, è madre esemplare; cura amorevolmente i figliuoli senza tanti pietismi e li educa cristianamente , ma senza bigottismo.
L’Adelaide, nata il 23 aprile 1937, è la quinta degli otto figliuoli e non si ammalò che di pertosse e di morbillo; poi, come complicanza di questo, le scoppiò un bubbone sulla palpebra superiore destra e ne residuò una piccola cicatrice. È sempre vissuta al Torchio Sotto, gruppo di tre cascinali della frazione Ghiaie di Bonate Sopra e non si allontanava da casa che per recarsi a scuola od in chiesa la domenica. Solo lo scorso inverno ha assistito ad una rappresentazione di Fatima, data al Teatro-Oratorio. È di carattere taciturno e per l’ambiente in cui è vissuta, un po’ timido, di sviluppo psichico un po’ tardo, ma è difficilmente impressionabile, (ricordo la sua indifferenza per la folla che la circondava implorando e vociando), e di forte volontà. (il 31 Maggio, quando venne colta da forti dolori addominali, il Prof. Cazzamalli gentilmente le offrì una pasticca di laudano sciolta in acqua zuccherata. Essa, pur non sapendo che si trattava di una medicina, si rifiutò di prendere quanto le veniva offerta e volle che tutti quanti quelli che la circondavano, ne bevessero un po’. Esaurita, ne fu soddisfatta). Non è neppure dotata di fantasia facile nelle fanciulle; essa ripete quanto sa, od ha studiato a memoria, senza alterare una parola od il significato, e se non sa, tace. sebbene fin dall’inizio avessi avuto sentore delle Apparizioni della vergine alla piccola Adelaide, io ho assistito la prima volta la fanciulla il 20 maggio c. a..
20 Maggio Vi era già notevole folla e parecchi erano anche coloro che attendevano grazia di guarigione. Pur fra gli applausi e le invocazioni di preghiera, ebbe inizio la visione. Tenne lo sguardo fisso alla cima di un albero, il viso si fece un po’ cianotico ed abbondante sudorazione le scendeva dalla fronte, a tratti ammiccava gli occhi e sembrava bisbigliasse parole non udite. Con uno spillo provai a punzecchiarla leggermente sul collo e sulle mani, senza ottenere reazioni visibili, con la punta di un fazzoletto di carta saggiai la reazione congiuntivele = essa fu assai vivace. leggeri pizzicotti la lasciarono indifferente. Non ho cronometrato né il polso, né la durata della visione, ma stimo che questa sia durata una decina di minuti. terminata la visione, la fanciulla fu subito portata via e non la potei interrogare.
21 Maggio Assistetti la fanciulla anche il giorno seguente. La ressa della folla era aumentata; la piccola Adelaide fu portata sul luogo alle 18 circa. Anche questa volta notai la sua indifferenza per quanto avveniva per lei, e stette in preghiera assai più del giorno precedente. Durante la visione, durata più a lungo del 20, rilevai gli stessi sintomi del giorno prima; il polso aumenta da 72 a 80 per poi ridiscendere a 70. Terminata la visione, la veggente fu portata via; ma ebbi modo di avvicinarla in casa sua. Quel giorno la Madonna non le parlò; vide solo la S. Famiglia riunita in una chiesa, ma i giorni precedenti le aveva detto “bisogna pregare e fare penitenza e – ripeto le esatte parole – in cò du mis ederì cosa ghe sarà”: = fra due mesi vedrete cosa ci sarà. E non disse altro perché fu chiamata dal Sig. Verri.
28 Maggio Non ho potuto assistere alla Roncalli.
29 Maggio Una folla imponente l’attendeva e numerosi erano gli infermi. Alle 18.10 la piccola Adelaide fu portata sul luogo dell’Apparizione e dopo circa 20 minuti di preghiera iniziò la visione, e precisamente alle 18.32. Eccone i rilievi: il polso 80, dopo 10 minuti, ridiscende a 70; riflesso corneale presente; ammiccamente presente; anestesia alle punture di spillo; non reagì ad un colpo di rivoltella sparatole vicino; ha invece risposto ad una domanda sussurratale dalla Dott. Maggi di Pontida. La visione termina alle 18.50. Non fu possibile interrogare la fanciulla.
30 Maggio A questa visione assiste una folla assai numerosa ed il Dott. Zonca, la Dottoressa Maggi ed altri. Da questa visione fu allontanata la Sig, Masper Amabile, zia della bambina, perché da taluni era giudicata sospetta quasi influenzasse lei stessa la nipote. La visione ha inizio alle 18,50 e termina alle 19; il polso sale dapprima sino 120, poi ridiscende a 75; rilevo i soliti sintomi; la Roncalli avverte un pizzicotto datole dalla Dott. Maggi. Non fu possibile interrogare la bambina.
31 MAGGIO Sono presenti a questa visione circa 300.000 persone e numerosi medici: Dott. Zonca. Dott. Maggi. Dott. sala, Dott. Moroni, Prof. Cazzamalli ed altri. La Roncalli viene portata sul luogo alle 18.25, ma è alquanto disturbata da dolori intestinali e la visione ha inizio solo alle ore 19.52 per terminare alle 20.05. Il polso è di 100 all 18.25; 116 alle 18.30; 120 alle 18.40; 108 alle 19.18; poi ridiscende a 74 alle 20,03. Si notano i sintomi soliti degli altri giorni. Adelaide reagisce ad un pizzicotto del Dott. Zonca e porta la mano destra alla regione temporale destra per ravviare i capelli che sulla fronte, madida di sudore, le davano noia. Come le altre volte non fu possibile interrogarla dopo la visione.
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Il 29 giugno e il 23 luglio accompagnai la madre a visitare la figlia ricoverata nel Collegio di Gandino. Naturalmente ebbi modo di avvicinare tranquillamente la piccola Adelaide e chiederle di nuovo circa la profezia sul termine della guerra. Essa il 23 mi ripeté esattamente quanto mi aveva riferito il 21 maggio e cioè che “bisognava pregare e fare penitenza e in cö du mis ederi cosa ghe sarà”. Le chiesi se si sarebbe avuta la pace, ma non rispose.
A tal punto mi giudico in diritto rivolgere a me stesso queste domande: 1) È apparsa veramente la Vergine alla Roncalli? Da indagini esperite anche da illustri psichiatri mi risulta che la Roncalli Adelaide fu riconosciuta sana di mente e immune da isterismo. Non poteva essere ipnotizzata, perché l’ipnotizzato non compie alcun movimento volontario, ciò che invece faceva di frequente la bambina durante le visione, sia cambiando la posizione delle mani, sia ravviandosi i capelli, né avverte quegli stimoli che invece avvertì la Roncalli (pizzicotti e piena percezione con successiva risposta alla domanda rivoltale); non poteva simulare perché, sebbene di carattere forte, non lo poteva mai essere al punto di affermare di avere le apparizioni per ben 13 volte (e sulle prime ci buscò anche degli scapaccioni dal padre e dalla madre); né avrebbe sopportato certamente l’allontanamento dalla casa, tanto trambusto, tante noiose indagini, e nelle sue visioni sarebbe stata assai più sollecitata, né avrebbe potuto avere su di esse tutti i particolari che ebbe, indi, dopo pochi giorni, a dichiarare terminate le visioni. Sono quindi convinto che effettivamente la Vergine sia apparsa.
2) Quali delle profezie si sono avverate? Quella che la Roncalli mi ha esposto si è verificata totalmente: basta pensare che dalla fine maggio ad oggi tre stati hanno capitolato e che la Germania si è ridotta a difendersi entro i confini.
3I) Quali altri segni ha dato la Vergine delle sue Apparizioni? Le numerose guarigioni. Esse a tutt’oggi non furono riconosciute quali miracoli, perché molte di esse risultano come dovute – secondo il giudizio altrui – ad uno schok nervoso; ma mi chiedo: perché questo schok non lo provocarono i medici negli ospedali e nelle cliniche con tutti i mezzi che già la scienza medica possiede? Perché questo non avvenne in uno degli altri santuari? Che cosa vi era di speciale alle Ghiaie? Nulla! Nessuna scena panoramica, nessun fenomeno astronomico o di altra natura, non riti o celebrazioni religiose, molti non vedevano neanche la veggente, né il luogo delle apparizioni; nulla insomma che potesse eccitare la sensibilità a tal punto da provocare uno schok nervoso così forte che potesse da solo causare la guarigione. Per ammettere come causa di una guarigione uno schok bisogna pur conoscere le cause che lo possono provocare e che lo abbiano provocato, e se si usa tale termine senza poterne dare spiegazione plausibile, bisognerà usarlo solo per nascondere la propria ignoranza su fenomeni che sono al di sopra delle conoscenze mediche. Io non ho raccolto che una trentina di casi, ed anche questi in modo assai succinto perché ne ho trasmesso i dati al Comitato per l’accertamento medico e sebbene su di essi non mi possa quindi esprimere in senso definitivo, ho però l’impressione che almeno alcune guarigioni siano davvero avvenute per uno schok inspiegabile, (se di schok si vuol parlare), e quindi per forze che superano le forze naturali relativamente al modo e al tempo della guarigione, e sono quindi da giudicarsi “miracoli praeter natiram”. Quanto sopra ho sentito il dovere di riferire alla E. V: Rev.ma quale medico e quale cattolico, sebbene non troppo fervente.
Della E. V. Rev.ma dev.mo Dott. Loglio
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Fonte: Archivio privato.
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