Autore:  Mons. Bramini - Don I. Duci Data documento:  14/03/1946
Titolo:  Mons. Bramini era invece autorizzato a scegliersi i collaboratori

 MONS BRAMINI ERA INVECE AUTORIZZATO DAL VESCOVO A SCEGLIERSI TUTTI I COLLABORATI CHE CREDESSE

Nella quarta seduta del Processo (6 giugno 1944) sui Fatti di ghiaie di Bonate del 1944, Mons. Merati presidente del tribunale ecclesiastico espresse il suo disappunto per il fatto che Mons. Bramini si era permesso di sentire il parere di Mons. Della Cioppa, avvocato della Sacra Congregazione dei Riti, di passaggio a Lodi e chiese che Mons. Bramini venisse richiamato per scritto dal notaio del Tribunale. UNA GRAVE VIOLAZIONE DEI DIRITTI DELLA DIFESA. Mons. Bramini, “Postulatore e Avvocato per le apparizioni”, aveva tutti di diritti ed era autorizzato dal Vescovo a scegliersi tutti i collaboratori che credesse. Lo conferma lo stesso Mons. Bramini nella sua lettera d’incarico a don Italo Duci, del 14 marzo 1946.

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MONS. BRAMINI INCARICA DON ITALO DUCI

Lodi, 14 marzo 1946
Carissimo Don Italo,
Ho ricevuto ieri l’atteso suo diario: ritengo sia necessario che ne invii copia anche alla Commissione, giacché quella che ha inviata a me deve rimanere presso di me per il mio lavoro, mentre è bene che i membri della Commissione ne prendano visione diretta.
Ora sono a pregarla di voler collaborare anche più direttamente con me per il trionfo della Madonna: IO SONO AUTORIZZATO DALL’ECC.MO VESCOVO A SCEGLIERMI TUTTI I COLLABORATORI CHE CREDO. E sento il bisogno di avere sul posto delle presunte apparizioni persona di fiducia, che faccia le mie parti, dato che il poco tempo di cui dispongo e il lavoro veramente immane che richiede la difesa della tesi positiva mi impediscono di spostarmi qua e là con troppa frequenza.
Non scelgo a collaboratore diretto e pubblico il Revmo Prevosto, perché la sua collaborazione potrebbe essere sospetta, e ciò nell’interesse stesso della difesa. Spiego anche a lui direttamente nella acclusa lettera le ragioni della mia decisione e sono sicuro che egli pure sarà del mio parere.

Quello che chiedo a lei è:
1) tenermi informato di tutto quello che accade costì e specialmente sul luogo delle apparizioni (movimento di pellegrini, eventuali fatti prodigiosi, conversioni e qualsiasi altra notizia che possa interessare la tesi positiva);
2) raccogliermi tutte le testimonianze che io chiederò, ma non solo quelle: anche le testimonianze che a lei capitasse di conoscere e che ritenesse utili al mio lavoro;
3) eseguire le commissioni che eventualmente io dovessi affidarle.

Occorrerà pertanto che qualche volta venga a Lodi da me per conferire. Si capisce che tutte le spese le verranno rimborsate. Lei potrà partire da Bergamo con una corriera delle 11.30 che viene a Treviglio, dove, alle 13.30 c’è quella che viene a Lodi, arrivando alle 14.30; alle 17 c’è da Lodi la corriera che va direttamente a Bergamo.

Le norme da seguire sono le seguenti:
1) segnalandomi fatti presunti prodigiosi mi dia dati completi e precisi: nomi, cognomi, paternità, domicilio, certificati medici (se appena è possibile averli), nomi dei medici curanti, eventuali luoghi di cura dove i guariti sono stati degenti, indicazioni precise se ci furono radioscopie, età dei guariti, precisazione delle malattie, testimoni della guarigione (nome, cognome, paternità, domicilio). Usi particolare diligenza nel mettermi in evidenza il rapporto o nesso tra il fatto segnalato e le apparizioni o il luogo delle stesse o l’invocazione della Madonna in quanto apparsa a Ghiaie. Questo è di importanza capitale.
2) raccogliendo testimonianze o per mio incarico o di sua iniziativa, abbia cura di rivolgere tutte le domande che io formulo con esattezza matematica, segnandovi accanto le risposte oppure facendole scrivere di proprio pugno dal teste la dichiarazione seguente: “Confermo con tutta coscienza quanto sopra io ho dichiarati”, la data e la firma. Controfirmi poi lei e un altro teste di sua fiducia per garantire l’autenticità della firma di colui che ha deposto.
3) eseguendo commissioni che io dovessi affidare a lei, si presenterà sempre con un biglietto che io le invierò di volta in volta. Va da sé che queste commissioni devono essere eseguite sub secreto.

Ora le commetto subito un interrogatorio da fare separatamente alla Bettina e alla Severa, secondo le formule che le invio in duplice copia, perché su ciascuna copia elle segni le risposte (meglio ancora se le farà scrivere dalle bambine direttamente. Alla fine farà apporre dalle bambine la dichiarazione di cui al N. 2) con le controfirme di cui allo stesso numero.

Poi mi trasmetterà tutto. Veda di affrettare l’invio delle relazioni di guarigioni di cui mi parla, perché possa chiederne l’accertamento e il processo canonico alla Curia di Bergamo, che ne sta facendo anche per altri sette casi da me segnalati pochi giorni fa.
Sarebbe bene anzi, che questa volta venisse di presenza a portarmi tutto. So, caro D. Italo, che le impongo un lavoro non da poco: ma non posso fare altrimenti. Credo comunque che il parroco ne sarà contento. Si tratta della Madonna, e dobbiamo tutti faticare volentieri per la sua gloria.

Anch’io sono carico di occupazioni ordinarie: eppure non mi sono rifiutato di assumere anche quella pur così ponderosa che S. E. il suo ven.mo Vescovo ha voluto affidarmi.
Sia dunque santamente generoso: la Madonna la ricompenserà larghissimamente: “Qui elicidant me vitam aeternam habebunt”.
Mi ossequi tanto il Sig. prevosto, al quale avrà la bontà di consegnare l’accluso biglietto.
Intanto la ringrazio vivamente della sua preziosa collaborazione. Faccia molto pregare ammalati e pellegrini e bambini perché la Madonna faccia luce.
Fraterne cordialità.

Mons. Angelo Bramini
V. S. Colombano 12 – Lodi

P.S.: Abbia cura di segnalarmi con precisione di dati qualunque cosa che le capitasse di raccogliere in ordine all’ipotesi che la A. mentisca ora, e ciò col massimo segreto. Tenga presente però che di fronte all’onore della Madonna non possiamo e non dobbiamo aver riguardo verso qualsiasi persona, della quale si può sempre salvare l’intenzione pur deplorando le azioni in quanto fatti. Mi capisce. Le accludo anche un biglietto per commissione.


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LA RISPOSTA DI DON ITALO DUCI

Ghiaie 21 – 3- 46
Reverendissimo Monsignore,
ho ricevuto il suo plico, contenente una lettera per me, una per il parroco, due copie per l’interrogatorio a Maser Bettina e alla Severa ed un biglietto per commissione.
Accetto l’incarico ch’ella ha voluto affidarmi e tutto quello che potrò fare lo farò volentieri. dati gli impegni delle SS Quarant’Ore ho potuto recarmi a Bergamo soltanto ieri. Avrei combinato il ritrovo coi suddetti sacerdoti per Giovedì venturo 28 (c.m.).
Lei, o monsignore, è atteso a Bergamo in mattinata e sarà meglio si porti direttamente in città alta presso D. Giuseppe Piccardi, vicario di Nostra Signora, sita dietro l’episcopio. Presso questo zelante e dotto sacerdote potrà avere relazioni interessanti. Nel frattempo giungerà D. Paolo Locatelli. Alle undici sarà presente anche il can. Giuseppe Angiolini. Infine si potrà conferire con Mons. Masoni. Il parroco ha aggiunto ai suddetti anche un altro sacerdote che durante le sue vacanze estive a Gandino visse vicino ad Adelaide. Potrà dire alcune impressioni. Il lavoro potrà continuare anche nel pomeriggio e se V. S. lo crederà opportuno potrà conferire con alcune persone secolari interessate e precisamente: con la sig.na Bertulessi, infermiera che passò delle settimane alle Ghiaie in servizio gratuito attorno agli ammalati constatando anche guarigioni; con il sig. Comana marmorista, capo dell’UNITALSI di Bergamo, che organizzò e diresse il servizio d’ordine nella folla e attorno agli ammalati; con il sig. Cadei e la sua Signora, che testimonierà circa fenomeni solari visti alle Ghiaie nei giorni delle apparizioni.
Qualora lo creda necessario la cerchia dei testimoni circa i fatti si potrà sempre più estendere.
A questo scambio di idee ed agli interrogatori che per suo ordine dovrò fare è bene che il parroco assista oppure è meglio che non compaia?
Negli interrogatori ch’io per suo incarico dovrò eseguire è bene inviti il parroco o altra persona che possa testimoniare, oppure è meglio sia solo? Circa i mandati che V. S. mi invierà è bene informi il parroco o è meglio li eseguisca da solo?
Tutto questo le chiedo perché io non appaia usurpatore né arbitrario nell’eseguire i suoi mandati.
Il lavoro a cui V. S. si sobbarca è veramente immane e le auguro che nelle mani di Dio sia strumento efficace per schiacciare il capo a satana e per far trionfare e con la verità la Vergine SS.
In attesa di incontrarla a Bergamo coi sensi di riverenza e di stima profonda le porgo ossequi e la riverisco.
Suo dev. mo ed umilis.mo
D. Italo Duci.

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Fonti:
- Curia di Lodi - Incartamento di Mons. Bramini.
- Archivio privato.

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Allegato   Data inserimento:  24/03/2005