Articolo scritto dal direttore delle Edizioni Villadiseriane, prof. Sergio Pagliaroli e pubblicato sul numero 1, 2007, della rivista mariana Senapa.
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UN SITO MARIANO CHE VA A MILLE Il più bel commento sulla vicenda Ghiaie di Bonate, oltre all'impareggiabile e fedelissimo pubblico dei pellegrini che accompagnano costantemente la Madonna rifiutata, con le loro preghiere, è il sito internet aperto alcuni anni fa dal nostro collaboratore Alberto Lombardoni di Stezzano (Bg). Ormai siamo vicini al mezzo milione di collegamenti e attualmente macina 500 inserimenti al giorno, 15.000 al mese, ancora in crescita. Ha dell'incredibile ed è la più bella risposta a chi ancora oggi rema contro per difendere i morti, mettendo in un angolo una Madonna che è viva e tuttora presente a Ghiaie. Il sito internet ha promosso anche traduzioni nelle più importanti lingue europee, ed anche questi siti sono frequentati all'estero, anche se non in maniera quantificabile. Invece la Commissione promossa dall'ottavo colle di Roma (che è quello di Bergamo in quanto anch'esso eterno) ha partorito il classico topolino come si prevedeva. Ma si sa è proprio lassù che si rema contro in modo irrazionale, contro ogni più logica dimostrazione di errori da parte di Cortesi e soci vari. Due cose sul caso Ghiaie vanno sottolineate e ribadite una volta per tutte: 1) Cortesi sia pure stato un luminare della Curia di Bergamo, grande mente locale, il genio che si vuole, ma sul caso Ghiaie ha sbagliato piatto piatto. Anzitutto perché ha disobbedito clamorosamente agli ordini del suo vescovo, come lui stesso ha ammesso. In secondo luogo, perché a 28 anni non era in grado né intellettualmente né spiritualmente di gestire una vicenda complessa come un'Apparizione mariana. Basta leggere l'orribile prosa dei suoi libri per capire che ha trasformato i fatti di Ghiaie in un miserabile esercizio letterario. Se si è d'accordo su questo, i cavilli sono inutili (i ansa in bergamasco) e onestamente si stabilisce un confronto serio e pulito una volta per tutte. Altrimenti si è disonesti e si utilizza la vicenda Ghiaie e quella Madonna per secondi fini, come è sempre successo. 2) Prima di intraprendere un discorso serio sul caso Ghiaie bisogna chiarire a se stessi se si crede o no in quell'apparizione, o in subordine se si ammette o no che vi sia la possibilità che qualcosa lì sia apparso, qualcosa di differente dalle nuvole. Se si nega a priori, è inutile ogni discorso: si sta con i curiali e con la loro testardaggine e facciamola finita. Ma se si crede o si concede la possibilità dell'evento, allora è inutile andare a cercare quella lettera o quella testimonianza, cercare di accaparrarsi questa o quella voce. Bisogna ripercorrere scientificamente e storicamente tutta la vicenda, secondo le regole di uno studio serio e documentato, come fanno tutti i cristiani battezzati che si occupano di studi storici. Il resto sono quisquilie, per usare un eufemismo.
Il nuovo cammino Ma qui vorrei invitare i miei amici studiosi (e sono contento che di questo parere sia anche Achille Rinieri) a percorrere altre vie, il più lontano possibile dalle ottusità del Colle. E sono le vie dell'approfondimento dei messaggi e della simbologia di Ghiaie di Bonate. Sono le vie del riordino del materiale secondo una sequenza logica, pur nella coscienza che certi tasselli mancheranno ancora finché qualche illuminato lassù apra gli archivi dove tutta la vicenda troverebbe facile composizione (ma non fidiamoci che nel 2014 gli archivi vengano aperti alla scadenza dei 70 anni: se continua quest'aria mefitica, diranno che sono in ristrutturazione). Giuste sono le vie che portano a diffondere Ghiaie fuori dalla Bergamasca e anche fuori d'Italia, perché l'ambiente di Ghiaie di Bonate è segnato (negativamente) e colei che potrebbe aprire le porte della verità parlando se ne sta a Milano muta come un pesce, come se veramente la Madonna non le fosse apparsa.
Sergio Pagliaroli
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