Autore:  A. Zorco - Il Bergamo Data documento:  26/04/2008
Titolo:  Trecento miracoli documentati ma la Chiesa non ne tiene conto

 Articolo del giornalista Alessandro Zorco, pubblicato su "Il Bergamo" il 26 aprile 2008

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Le prove. Centinaia di guarigioni inspiegabili hanno accompagnato in questi anni il mistero di Ghiaie.

TRECENTO MIRACOLI DOCUMENTATI MA LA CHIESA NON NE TIENE CONTO

Una bimba friulana di cinque anni affetta da spondilite è guarita istantaneamente appena entrata nel recinto dove la Madonna apparve alla piccola Adelaide Roncalli. Una donna che guarì miracolosamente dallo stesso male dopo essersi sdraiata nella pietra dove la veggente era entrata in contatto con la Vergine. Un operaio cieco che riaprì gli occhi dopo essere stato nel luogo delle apparizioni. Sono moltissime le guarigioni avvenute a Ghiaie di Bonate. Solo nel '44 l'allora parroco, don Cesare Vitali, e il curato don Italo
Duci, raccolsero le testimonianze di circa trecento guarigioni, minuziosamente documentate in un imponente dossier che - però - non venne mai esaminato dalla Curia di Bergamo. Così come i sei grandi fenomeni celesti (più evidenti che a Fatima e Medjugorie) che in quei giorni di maggio si verificarono nel luogo delle apparizioni. Fenomeni di cui non c'è traccia nei verbali del processo farsa alla piccola veggente al termine del quale, nel '48, il caso Ghiaie fu insabbiato.

Eppure in questi sessantaquattro anni di silenzio della Chiesa tante persone hanno testimoniato miracoli e guarigioni avvenuti per intercessione della Regina della Famiglia. Il ricercatore bergamasco Alberto Lombardoni, il maggiore esperto del fenomeno-Ghiaie che ha recuperato centinaia di documenti originali per far luce sulla vicenda - sta lavorando in questi mesi alla catalogazione delle testimonianze e sta raccogliendo quelle delle guarigioni più recenti. Le più significative sono già riportate nel suo sito www.madonnadelleghiaie.it che racconta, ad esempio, di una mamma che il 4 settembre 1992, disperata, pregò alla Cappelletta di Ghiaie e ottenne la guarigione del figlio di 10 anni affetto da un tumore al rene con metastasi polmonare. O di un sacerdote salesiano che, nel 1966, fu colpito da una grave forma di leucemia e ricoverato in pericolo di vita all'ospedale Policlinico di Milano. Lì incontrò Adelaide che prestava servizio come infermiera e guarì dopo che la veggente gli mise al collo una catenina con la medaglietta della Vergine della Famiglia. Tanti episodi, incomprensibili alla ragione umana e alla scienza, che sono sempre stati oscurati. La chiesa locale non si è mai presa la briga di esaminare a fondo le centinaia di testimonianze e le dichiarazioni dei medici presenti durante le apparizioni che potrebbero essere considerate la prova lampante della presenza della Vergine sulla spianata del Torchio. Venerdì 19 maggio '44, durante una delle apparizioni, la Madonna - racconta il diario di Adelaide - predisse che molti sarebbero arrivati a Ghiaie e si sarebbero convertiti. Ma anche che un giorno la Chiesa avrebbe riconosciuto le apparizioni. E non è escluso che - dopo i molteplici appelli al Papa - la Curia bergamasca guardi con occhio più libero i fatti di Ghiaie e non basi il suo giudizio negativo solo su una prima ritrattazione probabilmente estorta con forti pressioni psicologiche a una bambina di sette anni.

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Allegato   Visualizza l'allegato   Data inserimento:  09/07/2008