Autore:  A. Lombardoni Data documento:  17/11/2009
Titolo:  Hanno purgato più volte la bambina?

 HANNO PURGATO PIU' VOLTE LA BAMBINA?

Durante la conferenza stampa e presentazione del libro "Ali spezzate" di G. Arnaboldi Riva, alla Biblioteca Sormani di Milano, il 29 ottobre 2008, un signore presente chiese quale poteva essere la causa del malore subito da Adelaide quel tardo pomeriggio del 31 maggio 1944, malore che ritardò di due ore l'ultima apparizione della Sacra Famiglia (dalle ore 18 alle ore 20). Correvano voci tra la folla di allora che gli oppositori avessero tentato di avvelenare la veggente per toglierla di mezzo e discreditare le apparizioni.

La risposta venne da un prelato della Curia di Milano, presente alla conferenza stampa che confermò che la causa di quel malore era certamente da attribuire ad un purgante somministrato alla bambina.

L'affermazione di quel prelato trova riscontro nel libro di don Luigi Cortesi "Storia dei fatti di Ghiaie" alle pagine 131, 174, 175, 176, 181, 182 e 183.

Il 31 maggio 1944, le suore somministrarono un purgante alla bambina e, don Cortesi, peggiorò la situazione dandole del gelato.

Ecco cosa scrisse l'inquisitore nel suo libro riferito al mercoledì 31 maggio 1944:

Pagine 174
"Verso le 18,30 la bimba impallidisce, suda freddo, contrae il volto, si contorce, preme le mani sull'addome, si rannicchia, piange, geme:
– Mi sento male –,
Che succede? Accusa fortissimi dolori di ventre."

Pagina 175
"… Ad. si contorce ancora: «Ma che hai? Che cosa hai mangiato? Non hai dormito stanotte? Forse non hai digerito bene?... », le si chiede da varie parti. Una volta la piccola risponde: «HO MANGIATO UN GELATO». Mi ricordo: oggi non lo sorbiva colla consueta golosità. E poi, oggigiorno, un gelato, chi non lo sa?, è un tentativo di avvelenamento a cinque lire, diceva quel tale. Alla malora! Che fare, dunque?
– PENSATE, LE HANNO DATO UN GELATO. SENZA TESTA! —, esclama un dottore, deprecando il misfatto, felice di aver scoperta l’etiologia del malessere ...
– Chi le ha dato il gelato? –, domanda un altro dottore.
– IO –, RISPONDO COLLA DOLOROSA FRANCHEZZA DEL PENTITO …

Pagina 176
"La piccola accennò a bisogni corporali. Alcune persone alla sua destra si stringono in cerchio e preparano un nascondiglio al suo pudore. Dopo molte insistenze, Ad. si rassegna a servirsi di quel pietoso riparo improvvisato. Ma, per quanto si sforzasse, non poté soddisfare il suo bisogno. La presenza di estranei suole inibire siffatte necessità. Ricordo che, mentre veniva sollevata dal sasso, incidentalmente le rimase scoperta la zona inferiore della coscia sinistra. La fanciulla ricompose le vesti e si ricoprì, colla calma semplicità di una matura virtù. Adelaide si contorce ancora e geme in braccio a Maria."

Pagina 183
" … Sì, la Madonna stasera ci ha fatto disperare e le tengo il broncio. Ma alla fine è venuta; molto tardi, ma è venuta. Se pure è venuta, s’intende. LA PICCOLA S’È SENTITA ASSAI MALE. CHE POSSIAM FARE? UN PURGANTINO, CREDO... –. Non c’è bisogno di suggerir nulla alla premura affettuosa di quelle care suore ..."

Pagine 181 e 182
"– Poveretta! Mi sembri una gallina spennata. E come stai, adesso? –,
– Bene. Un po’ mi è passato –.
– QUEL GELATO! Non mangeremo più gelati in eterno. MI PERDONI? NON L'HO FATTO APPOSTA –".

Pagina 177
(Ecco cosa dichiarerà, l'indomani, la bambina a don Cortesi:)
«Io, ieri, mi doleva tanto il ventre che avrei voluto raggomitolarmi, farmi piccola, piccola, così…"


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NON ERA IL PRIMO PURGANTE!
Ma non era la prima volta che veniva somministrato un purgante alla piccola Adelaide perché, di purgante, se ne parla anche nel resoconto della giornata di sabato 27 maggio 1944.

Pagina 131
"… La fanciulla, di solito, non ama rinunciare alle sue vogliette, neppure dinnanzi ai migliori motivi, ma, quando si avverte che il suo sacrificio può giovare alla conversione dei cattivi, subito si rimette e volentieri accetta le rinunce (: non fa più ammattire gli interruttori della corrente, nè i rubinetti dell’acqua, non salta sui davanzali, REPRIME LE SMORFIE DINANZI AL PURGANTE, manda giù almeno una parte dei cibi che non le vanno, rinuncia a una porzioncella di dolce o di frutta..."

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Il 31 maggio 1944, don Cortesi e altri tenteranno invano, di convincere la piccola ad abbandonare il luogo delle apparizioni.

Sempre in "Storia dei fatti di Ghiaie" si legge:
Pagina 177
"– Adelaide, non ti passa? Sarà meglio andare a casa. Qui fuori ci aspetta l’automobile. Andiamo? –. La piccola mi guarda con occhi imbambolati, velati di sofferenza e decisa …"

Pagine 179
"– Andiamo a casa –, ripeto alla bambina, – in dieci minuti ci siamo. Là
ti passerà –. Anche stavolta Adelaide rifiuta."

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BISOGNAVA METTERE FINE ALLE APPARIZIONI

Ma era proprio necessario somministrare purganti a distanza di pochi giorni ad una bambina che doveva essere spostata ogni giorni da Bergamo a Ghiaie sul luogo delle apparizioni? Fu un'ingenua iniziativa delle suore o qualcosa di più inquietante? visto che il Vescovo di Bergamo, mons. Bernareggi, aveva ricevuto forti pressioni politiche e militare perché si mettesse fine alle apparizioni tanto da costringerlo, il 31 maggio 1944, a telefonare sia a don Cortesi e sia alla Superiora perché dicessero alla bambina di pregare la Madonna a non comparirle mai più.

Pagina 170
"IL VESCOVO È IN ANSIE E MI FA CHIAMARE AL TELEFONO: vuole aver notizie, VUOLE CHE LA BAMBINA PREGHI LA MADONNA A NON COMPARIRLE MAI PIÙ. Prendo
sul serio quest'ordine e lo comunico alla piccola:
— Stasera devi dire alla Madonna che, per piacere, non venga più. Lo chiede il vescovo, sai chi è il vescovo?, quello che... —.
Ad. s'affretta ad avvertirmi che l'ordine è inutile:
— Si, si, te l’ho detto che questa è l’ultima sera —. E seguì la suora che sollecitamente doveva provvedere al suo abbigliamento…"

Pagina 170
"Il vescovo chiama al telefono la Direttrice: INSISTE PERCHÉ ADDELAIDE PREGHI LA MADONNA A NON COMPARIRLE PIÙ…"

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ADELAIDE ERA UN PERICOLO PUBBLICO

Il 23 maggio 1944, don Cortesi annota nel suo libro "Storia dei fatti di Ghiaie":
Pagina 119
"Adelaide, alle Ghiaie. era un irresistibile richiamo per le masse. Ora, si sa che i grandi ammassamenti destano legittimamente gravi preoccupazioni nelle autorità civili, politiche, militari, specialmente in regime di guerra. ADELAIDE ERA UN PUBBLICO PERICOLO E L’AUTORITÀ STESSA NON AVREBBE TARDATO A RITIRARLA DI FORZA."

Qualsiasi soluzione era buona per mettere fine alle apparizioni.
Se fossero riusciti quel 31 maggio a portar via Adelaide dal luogo delle apparizione, avrebbero beffato centinaia di migliaia di persone e ridicolizzato quelle apparizioni.
Avrebbero accontentato tutti: Curia di Bergamo, Sant'Uffizio, nazisti, fascisti, partigiani, inglesi ed alleati, e soprattutto Hitler che era andato su tutte le furie per la profezia della fine della guerra.

(Il pericolo di rapimento e deportazione di Adelaide sarà l'oggetto di un altro articolo.)

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Allegato   Data inserimento:  17/11/2009